Summa (Spi Cgil): Su sanità e welfare politiche poco attente a persone e territorio. All’Asp di Potenza un altro “Papa straniero”. Mortificate le professionalità lucane. Di seguito la nota integrale.
“A guidare l’ASP di Potenza sarà un altro Papa straniero”. È caustico il commento del segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa “rispetto alla nomina ufficializzata dal presidente Bardi. Quello che è certo – prosegue Summa – è che in questi anni il centrodestra lucano alla guida della Regione ha smantellato la sanità lucana ed ha desertificato la Basilicata.
E non si tratta di una critica campata in aria, piuttosto è la fotografia che ci consegnano i dati sull’emigrazione, che colpiscono in particolare modo il Mezzogiorno e dove spicca la Basilicata con il saldo negativo più alto: il 5,5%. Una tendenza in aumento e ad andarsene non sono solo più i giovani, ma se ne vanno anche gli anziani, perché non vengono tutelati e se ne vanno via pure gli immigrati, perché in questa regione ormai non si vive bene”.
Per Summa “il primo indicatore del malessere che sta vivendo il territorio è rappresentato dalle politiche sul fronte della sanità e del welfare. Gli enti sono stati trasformati da presidi di tutela per la cura e il supporto alle persone a sedi da occupare da parte di improbabili conoscitori del territorio, che negli ultimi tempi sono scappati, si sono dimessi o improvvisamente sono stati cancellati dall’elenco dei dirigenti, dopo le battaglie sulla legittimità delle nomine portate avanti dal sindacato. Tutto questo mortificando le tante professionalità lucane. La realtà è questa e non saranno le sirene comunicative a modificarla. Le persone hanno piena contezza della condizione in cui oggi la Basilicata si trova. Ed è per stare al fianco delle persone che continuiamo il nostro viaggio sul territorio ed è per loro che domani, come Cgil, saremo a Roma per difendere la sanità pubblica e il “diritto ad essere curati” delle persone. Servono investimenti e risorse per riportare il fondo sanitario nazionale al 9 percento, così com’è negli altri Paesi europei, penso alla Francia e alla Germania. Per farlo – conclude – c’è bisogno di una maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie per avere più risorse per sanità e istruzione”.