L’autonomia differenziata riconosce il Sud solamente come una risorsa da depredare. Questo avvertimento deve essere un qualcosa su cui far riflettere i giovani del Sud e un consiglio da rigettare immediatamente. Di seguito la nota inviata da Mario Di Dio (Associazione per un nuovo meridionalismo).
È una massima ed un’opinione (anche) di molti editorialisti di giornali, del Sud, rivolto ai maturandi delle nostre scuole meridionali, un invito a guardare fuori regione per realizzare le loro aspettative, a saper cogliere le opportunità loro offerte dalle aree più attrezzate del Paese. Diciamo il Nord, se proprio non vogliono uscire dai confini nazionali. Le domande sono rivolte in modo esplicito ed accorato: “Perché restare al Sud non è un affare”. Un invito a questi ragazzi a non farsi affascinare dalla “restanza”, cioè dalla voglia dei giovani meridionali di restare al Sud e di contribuire al suo sviluppo e alla realizzazione al Sud di sé stessi.
Una analisi seria e ponderata di questa “massima” dovrebbe portare, una qualsiasi classe dirigente seria e ponderata, a cercare di proporre ricette che portino, al contrario, i giovani del Sud a restare al Sud. Al contrario la classe dirigente attuale affronta il fenomeno con l'”Autonomia differenziata”. Una volontà irrazionale che, con le tante implicazioni economiche, sociali, politiche, geopolitiche, manda in frantumi l’unità del Paese o almeno la ridurrà a un collage di autonomismi regionali ingestibili. Tali obiezioni sono venute da tutte le parti e ad ogni livello. Insomma una riforma che, oltre a far male al meridione e al centro Italia, fa male anche al Nord. Per capire realmente uno dei perché della tanto “voluta” legge dell’Autonomia Differenziata, bisogna partire dalla questione demografica che affligge l’Italia intera. Di qui a fine secolo rischiamo di essere la metà. Si fanno sempre meno figli, e sempre più, quando ci sono, sono figli unici.
Lo spopolamento nazionale , almeno nel breve, medio periodo, può portare l’intero Paese ( la Basilicata vi è già dentro) a un collasso demografico e per sottrarne il sistema sociale, economico, produttivo, amministrativo del Nord agli effetti del collasso demografico, in cui sarà coinvolto, con tutto il Paese, la narrazione “salviana” è questa: “il capitale giovanile pregiato meridionale ha al Nord più facili e agevoli possibilità di realizzazione”. Per i leghisti non ha senso rinviare ulteriormente il “progetto” o attendere o, peggio, contribuirvi un riscatto del Sud, per il quale non ci sono né risorse né politiche. Insomma, il sistema industriale, sanitario, produttivo, amministrativo, formativo (universitario e scolastico) ha bisogno, stante la derivata demografica del suo territorio, di utenti e di forza lavoro per non essere costretto ad una contrazione, ad una ristrutturazione al ribasso. Le aree produttive, economiche, sociali, da ristrutturare al ribasso o finanche da chiudere sono al Sud. Era un progetto pensato da tempo,( la successione leghista per intenderci) si è trattato di razionalizzarlo e di metterlo “a norma” istituzionalmente e amministrativamente: l’autonomia differenziata serve a questo.
Facciamo qualche esempio: “meno aiuti alla sanità e ai servizi sanitari al Sud”: è servito e serve a fornire utenza al servizio sanitario del Nord. E ancora: “Con l’università è altrettanto in atto una dinamica simile. Ci si iscrive al Nord, perché tanto è lì che si lavorerà”. Con l’aggravante che questo trasferimento di utenza formativa non è occasionale ma strutturale: serve a tenere aperti gli atenei del Nord mentre chiudono quelli del Sud. Gli Atenei del Sud sono invitati a recuperare studenti dall’altra sponda del mediterraneo.
Per il resto sono d’accordo pienamente con chi pensa che l’Autonomia Differenziata è funzionale a rendere più attrattive le regioni del Nord – in crisi demografica – per incentivare l’emigrazione meridionale e , quindi, se il Sud serve a questo non ha senso finanziare più di tanto un sistema sociale e produttivo da cui i sudisti dovranno emigrare. Al più il Sud potrà offrire servizi turistici ed agricoli. Questo è lo sviluppo del mezzogiorno che ci propone il Governo Meloni-Salvini. Se questo è il “Progetto Paese” che hanno in mente i promotori dell’Autonomia Differenziata, allora forse è meglio cominciare a pensare al Sud, che se da soli, se assegnati a questo destino, allora facciamo da noi ma senza subalternità perchè l’Autonomia Differenziata riconosce il sud solamente come una risorsa da depredare.