Domenico Martino, segretario provinciale DC-Libertas Matera e vicesindaco di Pomarico, chiede agli amministratori regionali di passare dalla “politica del dire” alla “politica del fare”. Di seguito la nota integrale.
Sarà sicuramente per la mia età che, forse, a differenza di altre generazioni, mi porta a sforzarmi di entrare “in sintonia” con il pensiero dei Grillini, nel senso di capirne le motivazioni senza pregiudizi o concetture a priori, ma devo rilevare che l’assedio del Palazzo della Regione come la fiaccolata per i morti di cancro, ancora una volta, non sono percepiti dalla classe politica e dirigente regionali come ulteriore sollecitazione per passare dalla “politica del dire” alla “politica del fare”. E’ difficile infatti dare torto al M5S dopo le “non conclusioni” del Consiglio Regionale di martedì scorso dedicato al “bubbone Fenice” che quindi doveva produrre un qualsiasi atto consiliare al quale ci arriveremo domani, esattamente una settimana dopo, sotto l’onda dell’indignazione e della protesta popolari. Mi sembra che all’interno della maggioranza di centrosinistra prevalga una sorta di masochismo politico che arriva al punto di “volersi fare del male da soli”, vale a dire invece di cogliere il diffuso sentimento dell’antipolitica, si finisce con l’alimentarne di nuovo. La vicenda Fenice, sono consapevole, è troppo complessa per essere ridotta ad un dibattito formale in Consiglio e in un atto ancora più formale di voto in aula. Essa però è emblematica di una concezione del governo dei problemi più direttamente vicini ai cittadini, quali la salute, l’ambiente, l’amore per il proprio territorio, che è stato e purtroppo è ancora lontano dal comune sentire popolare, puntando più ad assolvere responsabilità individuali e politiche specie in omessi controlli che a ricercare la verità. Proprio come l’inquinamento in Val Basento, l’aggressione alla costa ionico-metapontina, le troppe discariche abusive disseminate nei calanchi, Fenice è il simbolo di quello che si doveva fare almeno per tenere gli occhi aperti e non è stato fatto. C’è di più: non si è ancora in grado di dare risposta alla domanda di informazione-comunicazione vera senza gli strumenti di “deviazione” o comunque per nascondere i fatti. In fondo è sempre la richiesta di trasparenza quella che emerge dall’agire grillino contro un palazzo, quello di viale Verrastro, che di trasparente e pulito ha solo le vetrate degli uffici. Io continuo a ritenere che in fondo non ci vuole una politica eccezionale ma normalissima per cambiare il rapporto con i cittadini. E se ancora qualcuno fosse distratto rispetto alla drammatica emergenza sociale, l’aggressione all’assessore comunale di Matera Guarini, a cui va tutta la nostra solidarietà, ancora più sentita perché da amministratore comunale quotidianamente siamo in trincea nella battaglia contro le povertà, è la cartina al tornasole di un malessere che può produrre altri episodi di violenza che non appartengono alla civiltà democratica della nostra gente e sono dettati solo ed esclusivamente da esasperazione. Non tutto è perduto. E non è vero che tutti devono dimettersi. La nuova giunta regionale può rappresentare l’occasione per passare alla “politica del dire” alla “politica del fare”. Non si perdi questa opportunità.