Enzo Santochirico, Presidente della Fondazione Sassi, in una nota riapre il dibattito sulle opportunità che dovrebbe garantire il successo di Matera capitale europea della cultura 2019 e dichiara: “2019, Missione comune o sarà un’occasione persa”. Di seguito la nota integrale.
Superare le parzialità, aprire un campo aperto a raccogliere energie positive, imboccare una strada in cui possano confluire cammini diversi, puntare alla meta liberi dagli ingombri di rivalità e divisioni.
Non è un ingenuo proposito di inizio anno.
E’ la convinta consapevolezza della necessità di un’operazione urgente, che è prima di tutto culturale e comunitaria.
Matera 2019 da ambita e raggiunta “benedizione” corre il rischio di divenire una sorta di “maledizione”, un banco su cui si accumulano non successi e progressi, ma sconfitte e arretramenti.
Che si trattasse di una sfida inedita ed eccezionale, anche per il carico di aspettative su essa riposto, era chiaro e prevedibile. Ma proprio per tale carattere, essa avrebbe consigliato che si conservasse e arricchisse quella tensione unitaria e corale, che pian piano era cresciuta negli ultimi due anni anteriori al fatidico 17 ottobre 2014.
Già nell’estate di quell’anno, prima della presentazione dell’ultima versione del dossier di candidatura, quello spirito unitario si incrinò, per poi smarrirsi nell’ autunno successivo, fra letture semplicistiche, impulsi autoreferenziali, propositi di supremazia.
Mancarono sia un complessivo e condiviso piano strategico che rileggesse e programmasse profili e prospettive della città nel contesto regionale e sovraregionale (modestamente, noi tentammo di dare un piccolo contributo col nostro pamphlet “Capodanno 2020”) sia una strategia che intorno a quell’ impianto programmatico unisse la comunità.
Per contro, apparve che ci fosse un tentativo di piegare a fini di parte quella successo, col sovrappeso di dinamiche e obiettivi ad esso spuri .
Prese corpo un esperimento civico, basato più sull’ottimismo della volontà che sull’intelligenza della ragione, diretto a coagulare, intorno ad una simbolo della tenacia culturale materana, una pluralità di personalità ed esperienze fortemente motivate dal legame con la città.
A distanza di quasi due anni si constata una preoccupante tendenza alla disillusione; si avverte la percezione di un percorso, se non interrotto, lento e incerto; si coglie un allentamento di quella convergenza istituzionale, che era stato uno dei punti vincenti della candidatura; si disperde una straorrdinaria coesione regionale, soppiantata da assurdi e anacronistici rivendicazionismi, anche se sono reali, attuali e preoccupanti i segnali di rimozione o ridimensionamento del 2019.
E anche il lavoro che comunque prosegue, soprattutto nell’attuazione delle linee e dei progetti del Dossier 2019, appare quasi scisso dal tessuto sociale e culturale della città e della regione, frenato da scelte rinviate o sospese, quasi una riproposizione del vizio delle istituzioni europee, che si occupano delle nostre realtà ma restano lotane ede estranee ad esse.
Gli attori del territorio, piccoli o grandi che siano, attendono segnali che non arrivano, occasioni che non si presentano, opportunità che restano solo astratte.
Accade, ad esempio, che la nostra Fondazione (così come altri soggetti culturali) possa proporre e vedersi approvato un progetto a Plovdiv, nostra gemella nel 2019, e non sapere cosa poter fare qui.
Ciononostante, i rappresentanti istituzionali – più o meno credibilmente – continuano a esporre elenchi di cose fatte, progetti in cantiere, eventi programmati.
Ma a nessuno sfugge che la sensazione diffusa, il senso comune, l’orientamento corrente è che si stia perdendo un’occasione e con essa un moto di fiducia e di impegno collettivo, dove c’erano razionalità ed emozione, cuore e testa.
E, allora, ora che siamo all’inizio del penultimo anno prima del 2019, occorre uno scatto, un’ impennata, una svolta.
Va ricostruito un racconto comune e condiviso, ritrovata un’unità di intenti, ristabilito un clima di fiducia, rianimato uno spirito di collaborazione.
C’è una responsabilità primaria del Comune di Matera e della Regione Basilicata, ma é un tema che riguarda tutti: istituzioni, politica, sistema economico e sociale, agernzie formative e informative, centri di competenze e saperi, ambito associativo, reti culturali.
Ed è un tema al quale nessuno si può sottrarre perchè se il 2019 sarà per Matera e la Basilicata una galleria di successi o di fallimenti dipenderà anche da noi, da tutti noi.
E ognuno, nel suo ambito e con la propria responsabilità, é chiamato a recuperare un’appartenenza e un impegno ad una missione comune e vitale per il nostro futuro.
Noi siamo pronti a fare la nostra parte.
Rispetto alla nota inviata da Vincenzo Santochirico si registra l’intervento di Nino Carella, componente della direzione PD Matera
Non cambio certo idea quando leggo cose che scrivo da mesi, solo perchè a scriverle è qualcun altro. E se l’avvocato Vincenzo Santochirico è il primo a cogliere il mio invito, lanciato pochi giorni fa dal blog ‘Talenti Lucani”, prendendo l’emergenza neve come pretesto per chiedere che l’amministrazione si decidesse – finalmente – ad abbandonare il velleitario tentativo di rendere epico il racconto del proprio immobilismo e della propria mediocrità, ad ammettere le strutturali debolezze della sua eterogenea maggioranza e a chiedere aiuto alla città per affrontare la sfida del 2019 con nuovi obiettivi e con unitario ottimismo, non posso che rallegrarmene.
Precisiamo: se il tentativo é quello di diluire le proprie responsabilità politiche, di smarcarsi pur rimanendo incollati, di fare un passo a lato ma lasciando che la città prosegui il suo cammino verso il nulla, l’apertura di Santochirico è da rispedire decisamente al mittente.
Ma se al contrario è segno di una sincera volontà di rimettere in discussione le basi sulle quali è nata questa esperienza amministrativa, e lanciare un appello alle migliori forze intellettuali, politiche, produttive e culturali della città, per tentare di salvare almeno qualcosa degli obiettivi iniziali, e provare a ritrovare tutti insieme un entusiasmo lasciato smarrire colpevolmente per strada, le forze singole e collettive più responsabili della nostra città, devono prendere l’invito seriamente in considerazione.
Per mesi abbiamo chiesto al sindaco di prendere atto della situazione che solo adesso un importante pezzo della propria maggioranza pubblicamente ammette, e consentire agli elettori di scegliere una strada diversa, andando incontro al futuro che era stato loro promesso. Si è rimasti orgogliosamente sordi e insensibili a questa richiesta, e sta arrivando ormai il termine oltre il quale nuove incerte elezioni potrebbero non riuscire a garantire nei pochi mesi che ci separerebbero dal 2019, un nuovo governo forte e capace, in grado di affrontare l’emergenza che si è creata con la necessaria autorevolezza. Il rischio è addirittura di peggiorare una già fragile situazione.
Per il bene della città, dunque, se l’apertura è sincera, se l’appello di Santochirico è serio, l’intera maggioranza, sindaco in testa, lo faccia proprio, indicando la strada con la quale si può consentire di salvare il salvabile. Dev’essere chiaro che tanto che si poteva realizzare è ormai certamente perduto (capitolo infrastrutture su tutti); ma molto ancora si può fare per non cannare clamorosamente l’appuntamento con la (nostra) storia.
Attenzione però a non giocare col fuoco: non meritiamo altre parole a vuoto, altri trucchi, altri giochetti di bassa politica: da mesi si annunciano svolte che non sono nemmeno all’orizzonte.
Se invece questa è la strada che Santochirico indica per uscire dallo stallo, troverà certamente l’intera città aperta, disposta e ansiosa di dare il proprio contributo.
Ma, francamente, non mi pare questo il problema. Si smetta dunque di girarci intorno, e lo si affronti col piglio e la decisione che la gravità del momento impongono.
Nino Carella, direzione PD Matera