Matera accessibile con il progetto LetiSmart, soddisfazione gruppo consiliare PSI Matera. Di seguito la nota integrale.
L’obiettivo per un non vedente o per una persona con grave disabilità è quello di migliorare il più possibile la propria autonomia.
Nel tempo si è provato a farlo sfruttando la localizzazione insita negli smartphone riguardo le indicazioni sul luogo dove ci troviamo o le mete da raggiungere, ma poiché il cieco non cammina al centro della carreggiata come invece fa l’autovettura, la convergenza coi satelliti spesso non avviene correttamente, ma in maniera approssimata, con la conseguenza che un’informazione non precisa, specialmente in zone urbane con vie strette e edifici alti, comporta un grave rischio per i non vedenti. A queste criticità si sommano quelle che investono l’utilizzo dei mezzi pubblici, fondamentali per il non vedente: avere informazioni alla fermata o salire sul mezzo giusto rappresenta per questi un problema quasi insormontabile se non ci si affida alla cortesia di qualcuno. Certo, pure in tal caso ci sono delle app sullo smartphone che possono dirci approssimativamente quanti minuti mancano al passaggio di una determinata linea, ma non si ha nessuna certezza del dato rispetto agli infostop elettronici posti alla fermata collegati al gps del mezzo stesso, quindi anche questa soluzione diventa quasi inutile. In ordine agli stessi semafori, ritenuti il primo lontano esempio di “smart city”, è comunque stato fatto poco per migliorare le condizioni di attraversamento pedonale di soggetti non vedenti se si considera che, nella maggior parte dei centri urbani, soltanto alcuni di questi sono stati resi sonori, l’attivazione del correlato segnale acustico richiede che venga comunque premuto un pulsante. Di conseguenza, il non vedente che si muove in autonomia deve arrivare presso l’attraversamento pedonale, cercare il palo, trovare il pulsante di attivazione e solo allora fruire del servizio di segnalazione. Operazione, questa, non sempre semplice e soventemente addirittura impossibile se, nei pressi del palo, ci sono degli ostacoli, come un parcheggiatore selvaggio, o quando banalmente il pulsante non funziona. E allora anche il più antico servizio della nostra “smart city” diventa inutilizzabile. Per non parlare di quello che poi accade con le centinaia di display luminosi che ritroviamo all’interno dei centri commerciali, con la diffusione continua di una mole infinita di informazioni, notizie e spesso rumori che disorientano il visitatore e pongono il non vedente in condizioni di difficoltà anche semplicemente nel fare acquisti o a prendere un caffè in autonomia. Nei luoghi della cultura, come ad es. i musei, infine, sono decisamente poche le strutture che, ad oggi, danno la possibilità ai non vedenti di fare l’esperienza dell’audioguida.
Quanto sinora rappresentato ci porta a comprendere come le persone prive della vista o con deficit visivo grave raggiungono una buona autonomia sulla rete informatica, un’autonomia scarsa sulla rete satellitare ed un’autonomia pressoché nulla su una rete urbana o sulle modernissime “smart city” che, per l’autonomia e la sicurezza personale, sarebbe sicuramente la rete più importante.
Alla luce di ciò, partendo dalla constatazione che non esiste, né a livello statale, né a livello europeo, una tecnologia che permetta di integrare le persone con disabilità visiva in una rete urbana denominata “smart city”, l’Amministrazione Comunale di Matera, su impulso dei consiglieri Lucia Anna Stigliani e Gianfranco Depalo e, con il lavoro iniziato dal già Assessore alla Mobilità Michelangelo Ferrara e portato a compimento dall’attuale Assessore al Patrimonio Angela Mazzone, si è posta l’obiettivo di dare vita ad un sistema composto da elementi che, combinati tra loro, permettano di creare una vera e propria rete di informazioni, atta a colmare quel gap che oggi non permette al disabile visivo di fruire delle indicazioni messe a disposizione dall’ambiente urbano. Nello specifico, l’azione amministrativa è stata tesa ad attivare, grazie all’utilizzo di un finanziamento regionale, una procedura riguardante la fornitura ai cittadini ipovedenti di attrezzature, licenze e servizi correlati volti a creare un sistema composto da una rete di radiofari che trasmette il maggior numero possibile di quelle informazioni che l’ipovedente non è in grado di ricevere e che gli vengono messe a disposizione nel modo più semplice e immediato, senza l’ausilio di ulteriori apparecchiature o con dispositivi da tenere in mano e senza conoscenze tecniche né informatiche, garantendo la maggior sicurezza possibile e la continuità del servizio. La soluzione ricevente si integra nell’oggetto più comune per il non vedente: il bastone bianco, nel quale, grazie alla microelettronica, è possibile integrare una serie di dispositivi elettronici che, oltre ad aumentare la sicurezza e la visibilità del cieco che cammina in autonomia, ricevono le informazioni dai radiofari posti in prossimità del bastone e le riproducono in formato audio attraverso un piccolo altoparlante montato sul bastone stesso. Per il cieco che si muove col cane guida e quindi normalmente non usa il bastone e per gli ipovedenti, è previsto altresì un dispositivo indossabile che ha le stesse caratteristiche elettroniche del bastone bianco. Una parte di questi dispositivi è stata allocata in postazioni fisse smart lungo percorsi che si snodano negli Antichi Rioni Sassi, nel centro cittadino, presso il Castello e le sedi del Museo Ridola, di Palazzo Lanfranchi, del Municipio, della Prefettura, del Tribunale, dell’Ospedale, dell’ASM, dell’Agenzia delle Entrate, del Centro per l’impiego e alcune linee BUS. Altri dispositivi verranno posizionati nelle restanti zone cittadine in luoghi individuati di concerto con l’Unione Ipovedenti. Un progetto importante ed indispensabile per rendere la città accessibile ai non vedenti ottimizzando anche nell’ambito dell’efficientamento energetico.