Sui contenuti dell’articolo del 3 gennaio 2020 pubblicato dal giornalista Camillo Langone pubblicava sul quotidiano “Il foglio” con un titolo provocatorio interviene anche il materano Pasquale Stano. Di seguito la nota integrale.
La foglia di fico.
Quale onore essere citati dal celebre teorico Langone, colui che ha ipotizzato la nota teoria ”Togliete i libri alle donne: torneranno a far figli”. Oltre le forbite parole di Viti, si potrebbero usare anche queste mie, più spicce ma anche più dirette, perchè dietro i ghirigori di parole di Langone c’è semplicemente l’esaltazione del gemellaggio calcistico tra Potenza e Altamura. Che dire, bene o male pur che se ne parli, quindi i materani accolgono anche questa forma di pubblicità, se poi ad Altamura arrivi un turismo più riservato, ci fa piacere. Come Altamura ha giustamente usufruito del turismo di massa materano, Matera saprà beneficiare di quello intimista altamurano, comunque dicevo, bene o male pur che se ne parli ma a tutto c’è un limite, di certo del mal parlare di cui ha usufruito Potenza per aver dato i natali ed aver cresciuto in seno prima Donato Bilancia e poi Daniele Restivo ed aver poi celato ma in bella vista per anni il corpo di una povera ragazzina è altro parlare. Questa intima cultura potentina, gli italiani la possono apprezzare anche senza giungere nella tua città. Non ho letto parole moralizzatrici sulla riapertura al culto della Trinità, strano da te che ne sei avvezzo. Pubblicizzare un luogo non vuol dire discriminarne un’altro, gli altamurani avrebbero certamente gradito una forma più normale di pubblicità e non alla ”potentina”, dietro questa forma c’è solo lo svilimento di chi la ha adoperata. E tu non sei nuovo a questa cortesia nei confronti di Matera. Materani ed Altamurani sanno litigare e collaborare già bene da soli, lo facciamo da secoli (tanti), non ci serve il tuo illusorio supporto. Siamo un’unica cultura, il corpo estraneo sei tu. Non hai occhi e cuore quindi se vedi nascere Dio tutto l’anno li solo, e non lo hai visto nelle mani dei materani piene di quel pane che qui da secoli, sempre uguale fanno, quando al terremoto dell’ottanta, per primi corsero a portare aiuti alla tua città. O volevi forse usare il nome di Dio per fomentare la guerra del pane? Non puoi farti redarguire da un ateo! Tu. Comunque, grazie per l’ulteriore pubblicità gratuita.
P.S. Il presepe del quale sei tanto ammirato è un rifacimento di quello in cattedrale a Matera, dello stesso autore, originario di Montescaglioso e vissuto a Matera. Un terzo lo trovi a Tursi.
Pasquale Stano