Materdomini (M5s Matera): “La Balena Giuliana ci spiega l’evoluzione, l’Amministrazione Comunale il suo inverso, l’involuzione”. Di seguito la nota integrale.
La “Balena Pleistocenica” trovata a San Giuliano è morta due volte.
La prima, quando ha deciso di passare alla storia dell’umanità, diventando il più grande fossile di animale mai ritrovato. Più grande persino del “Sauro argentino”. La seconda, quando è stata spostata dal luogo del ritrovamento, lungo una riva della diga di San Giuliano, per finire in polverose casse, forse neanche catalogata, a raccogliere polvere contemporanea e burocratica, dopo aver impiegato milioni di anni per diventare un prezioso fossile e consegnarsi al racconto geologico ed evolutivo del nostro Pianeta.
Saperla intrappolata dentro casse e incurie burocratiche e amministrative, è un vero dolore, un delitto culturale inaudito. Altro che Capitale della Cultura.
È un’altra delle occasioni mancate da questa amministrazione, che si fregia impropriamente di un titolo culturale, solo perché è un attestato indotto, assegnato alla nostra spettacolare città esclusivamente per la sua bellezza intrinseca e millenaria.
Se fosse dipeso dai servizi che non offre, dai ritardi che presenta e dall’approssimazione mostrata nel gestire gli stessi finanziamenti arrivati con l’attestato di Capitale europea della Cultura, il titolo più corretto che meriteremmo sarebbe quello della “Città delle Potenzialità perdute”. Perché Matera, o meglio, la classe dirigente politica che amministra il comune, sta alla Capitale della Cultura come il Paese dei Balocchi sta a chi ama la scuola e la conoscenza dei fatti.
Per facilitare le prime operazioni di recupero e restauro, per giungere all’esposizione di questa rarità geologica, per differenziare ulteriormente il giro economico legato all’offerta e al flusso turistico, il gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle, ha di recente messo a disposizione 10 mila euro, provenienti dalle restituzioni. Gesto che finora non ha sortito effetti e nemmeno azioni concrete per togliere la polvere dell’incuria amministrativa che, a differenza del fango che ha coperto per milioni di anni il fossile di balena, risulta essere molto dannosa.
Questi fondi si aggiungono agli 80 mila euro destinati dal Ministero per il Turismo ai primi interventi e paradossalmente fermi nelle casse del Mit.
A chi tocca smuovere le acque e norme per ottenerli? Al Comune, alla Sovrintendenza, al sindaco che dovrebbe chiedere spiegazioni alla stessa Sovrintendenza e, perché no, allo stesso ministro?
Al pari dei fondi fermi, purtroppo appare in ritardo anche la città, che non coglie con immediatezza le opportunità, nonostante lo scossone dato dalla nomina a Capitale Europea della Cultura e nonostante la moltitudine di persone che ora, a dispetto di un recente passato, non solo conoscono Matera, ma sanno persino dov’è!