Leonardo Rocco Tauro, componente Assemblea Nazionale di Fratelli d’Italia in una nota commenta la rielezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica Italiana. Di seguito la nota integrale.
Rispetto ma non condivisione.
Il Parlamento italiano ha votato. La scelta va rispettata. Così insegna la democrazia.
Cosi come esiste anche il diritto alla non condivisione.
E in questo caso né nella forma né nella sostanza.
L’elezione del nuovo/uscente Presidente della Repubblica ha dimostrato ancora una volta la difficoltà della politica di saper essere autonoma e matura.
Ma anche di essere coerente. Molti leader, che all’inizio della settimana avevano pre – delineato un presidente che andava oltre all’uscente, alla fine si sono cosi incartati da doverlo addirittura pregare perché accettasse un nuovo incarico nel più alto magistero dello stato italiano.
L’attività di questi giorni di molti leader quarantenni/cinquantenni non è stata all’altezza del proprio ruolo.
Nessuna delle due coalizioni maggiori aveva i numeri per farlo da sola, ma questo era già noto in partenza.
Cosi ché si è arrivati col fiato grosso ad appena all’ottava votazione.
Preoccupati di non dare segnali di incapacità, i grandi elettori hanno avuto paura che la gente potesse accusarli di perdere tempo nella elezione di un Presidente della Repubblica, alimentato ciò sapientemente e scorrettamente da certa stampa.
Fatto questo dannoso. Non si può, infatti, decidere sotto l’incalzare delle grandi testate mediatiche filogovernative, che pretendono di dettare tempi e pure i nomi da eleggersi.
Per la elezione di un Presidente, specie come quella del Capo dello Stato, nella auspicata attesa che la prossima volta possano essere direttamente i cittadini a sceglierselo da se (vedasi Repubblica Presidenziale), non bisogna mai avere fretta.
Le cose, infatti, si devono fare con tutto il tempo necessario e la maturazione giusta delle stesse.
In alcune delle precedenti votazioni per il Capo dello stato ci sono volute molte più votazioni dell’ottava di oggi (Leone,23; Saragat, 21; Pertini, 16).
Dunque nulla di scandaloso ci sarebbe stato se si fossero consumate più votazioni, con il centrodestra che non doveva mollare nella ricerca, sino a quando non l’avesse trovato, di un proprio candidato unitario e vincente.
Invece, Lega e Forza Italia che hanno lavorato in questi giorni per i fatti propri,e goffamente, incontrando chi hanno voluto, insieme o separatamente.
Se Forza Italia, ormai appare tutta impegnata a ricreare con Renzi e Calenda e altri cespugli la Nuova Balena Bianca (leggasi Democrazia Cristiana); La Lega, con la scelta Mattarella ha di fatto incomprensibilmente e radicalmente cambiato idee in pochissime ore.
Dimostrazione chiara che Matteo Salvini non controlla più il proprio partito, ma che lo stesso orami è nelle saldi mani del ministro Giorgetti, e del governatore del Veneto Zaia, diretti proconsoli della grande industria e dell’alta finanza del nord.
Ha ragione da vendere la nostra leader Giorgia Meloni, quando parla di grande delusione per il comportamento degli alleati (e tradimento sulla gestione delle scelte, aggiungo io).
Centrodestra che va necessariamente rifondato. Non sappiamo però se e come ciò potrà avvenire.
Con il duo Draghi- Mattarella è assicurata la sopravvivenza di questo governo e di questa ammucchiata parlamentare, almeno per un altro anno (con la gioia dei tanti nulla –sapendo –fare)
Alla faccia della stragrande maggiorana degli italiani, viceversa, pronti da anni a votare il centrodestra unito, però.
Per adesso esiste una sola forza politica di questo schieramento coerente e capace di portare avanti sino alla fine la propria visione della politica.
Per la sostanza, dissento da questa votazione, perché non intendo dimenticare chi ha avallato governi non votati dai cittadini, e ciò per ben tre volte.
Se ci fossero state nel tempo le elezioni per il nuovo parlamento, come Fratelli d’Italia ha sempre richiesto a gran voce sin dal 2019, oggi molto probabilmente staremmo a parlare di un altro presidente della Repubblica, e anche di una classe politica più all’altezza delle proprie mansioni.
Allora, rispetto si, condivisione no. Comunque buon lavoro, Presidente. Soprattutto per l ‘Italia.