Riceviamo e pubblichiamo una nota del senatore lucano del Movimento 5 Stelle Arnaldo Lomuti in cui commenta le scelta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di rifiutare la nomina di Savona a Ministro dell’Economia e Finanze. Di seguito la nota integrale.
Il fatto che Mattarella abbia sostenuto di aver rifiutato la nomina di Savona in quanto si è assunto il compito di vigilare sui risparmi degli italiani ha delle implicazioni su cui è bene riflettere. Innanzi tutto ciò significa che la politica economica non può più far parte delle prerogative di un governo che abbia la fiducia della maggioranza degli italiani, ma su di essa vigilano altri personaggi, in primo luogo il Presidente, e poi gli organismi internazionali. In secondo luogo, ciò vuol dire che il Presidente può imporre la sua visione della politica economica (ritenuta l’unica giusta e possibile) a qualsiasi governo, nel nome del supremo interesse della nazione (che brutto odore e cattivi ricordi mi suscitano espressioni di questo tipo…). In terzo luogo significa che la teoria economica giusta, naturale e corretta è solo quella che ci viene dettata dai mercati finanziario, dal FMI, dell’UE: è come l’aver messo in costituzione il pareggio, ovvero una teoria economica che non vede il consenso di tutti gli economisti. E ciò, infine, comporta il fatto che la democrazia è oramai esercitabile solo fin tanto che non tocca i fili dell’alta tensione dell’economia: può decidere sulle buche di Roma, sul festival di Sanremo, sulla sagra del ficodindia, sull’espulsione degli extracomunitari, sull’assassinio per legittima difesa, sulla privatizzazione di scuole e università, ma sia pur domandare qualche modifica all’attuale assetto dell’UE, no questo non può farlo. Ciò non è nella potestà del popolo italiano. Ci sono dei supremi vigilatori che lo impediscono. Un altro passo avanti e poi… immaginate voi cosa possa accadere.
Mag 29