Meritocrazia Italia: “MPS e Ue, la finta unione di intenti”. Di seguito la nota integrale.
Dopo il fallimento della trattativa su Monte Paschi tra MEF e Unicredit, è indispensabile che l’Europa conceda più tempo per la ricerca di nuovi potenziali acquirenti e per consentire soluzioni di mercato a tutela della quarta banca italiana, dei livelli occupazionali e dei risparmi degli italiani.
Si registra una generale fiducia rispetto alla possibilità di ottenere un rinvio, ma si è allo stesso tempo consapevoli che l’Unione europea chiederà misure compensative, impegni più forti e garanzie più solide per una privatizzazione più rapida che metta fine agli aiuti di Stato. Le misure richieste potrebbero essere tagli aggiuntivi al personale, dismissione di sportelli e asset e addirittura una nuova governance dell’istituto bancario.
MPS non ha raggiunto del tutto gli obiettivi di riduzione dei costi concordati con l’Europa con il piano di ristrutturazione del 2017, e, atteso che un contributo determinante alla crisi è dato anche dal c.d. doom-loop (il forte indebitamento dei Governi e il possesso da parte delle banche in crisi delle obbligazioni emesse da questi), uno degli obiettivi dell’Unione Bancaria Europea era proprio quello di allentare la connessione tra Governi e banche.
Eppure, nonostante i progressi nella creazione di un meccanismo di vigilanza a livello europeo, che ha permesso un controllo più efficace, la gestione del processo di risoluzione rimane di competenza nazionale.
Il meccanismo di risoluzione unico esistente finora è stato attivato solo di rado.
Il meccanismo di vigilanza è europeizzato, ma i legami tra le banche e i politici locali e nazionali hanno di fatto mantenuto il meccanismo di risoluzione a livello nazionale e si ricorre ancora ai salvataggi come soluzione di default.
In vista della definizione di nuove strategie di recupero, Meritocrazia Italia sollecita attenzione prioritaria per la salvaguardia dell’occupazione e dei risparmi dei cittadini. Si rivela fondamentale lavorare per costruire un settore bancario effettivamente e concretamente europeo e completare l’unione bancaria, istituendo un’assicurazione europea dei depositi e un backstop per il fondo di risoluzione, individuando poteri di risoluzione più forti a livello europeo che permettano interventi più rapidi e incisivi.
Le energie siano profuse per l’affermazione di una finanza efficace e stabile, piuttosto che nella conservazione di modelli ormai non più sostenibili.
Sta anche all’Europa dimostrare di essere in grado di creare servizi finanziari sostenibili, abbandonando politiche ispirate unicamente a logiche di potere divisive e contrarie al principio di equità sociale, ancora di più in ambito finanziario e bancario.