Nel periodo clou delle vacanze estive, Ignazio Messina, segretario nazionale Italia dei Valori, esprime in una nota le sue valutazioni rispetto alla crisi che coinvolge ogni giorno migliaia di famiglie italiane. Di seguito la nota integral.e
In questi giorni di festa, in cui però gli italiani hanno ben poco da festeggiare, voglio rivolgere il mio augurio alle persone oneste, a quanti lottano tutti i giorni per arrivare alla fine del mese e a quanti si adoperano per dare una speranza ai loro figli. Il nostro Paese è stretto nella morsa di una crisi economica senza precedenti. Noi faremo la nostra parte, senza timori reverenziali e fino in fondo: siamo sempre stati al fianco dei cittadini, soprattutto delle fasce sociali più deboli e continueremo a farlo, perché è nel nostro DNA. A testa alta, in piazza, tra la gente, per confrontarci, per parlare e dare soluzione ai problemi veri delle famiglie italiane che ormai sfiduciate vedono la politica come luogo del malaffare, della corruzione e non come strumento di attuazione del bene comune. Crediamo fermamente nella voglia di riscatto di questo Paese, umiliato per troppi anni da tanti finti servitori dello Stato. Crediamo in tutti i cittadini onesti che hanno combattuto insieme a noi le battaglie referendarie e con noi sono scesi in piazza per difendere la democrazia. Il nostro impegno: far si che in Italia, si investa finalmente sulle risorse migliori, eliminando corruzione, malaffare, privilegi e raccomandazioni e soprattutto si dia piena attuazione ai principi della nostra Costituzione che stanno alla base della vera Democrazia. Così, sono certo, insieme riusciremo a conquistare un futuro migliore. Un futuro, innanzitutto, di tutela sociale per tutti. Nei prossimi 10/15 anni avremo generazioni di precari privi di qualsiasi futuro pensionistico, perché i buchi contributivi e i lunghi periodi di non lavoro li hanno già privati di qualsiasi garanzia in quel senso. Italia dei Valori propone di recuperare all’originaria funzione solidaristica la struttura della previdenza, intervenendo sulla legge vigente in modo da assicurare (a regime) ai pensionandi di domani un trattamento con un tasso di sostituzione non inferiore al 60% del reddito medio percepito negli ultimi 5 anni della loro carriera lavorativa (con un massimale riferito alle retribuzioni medie).Occorre dunque prevedere l’istituzione di un trattamento di base, ragguagliato all’importo dell’assegno sociale e finanziato dalla fiscalità generale, che faccia da zoccolo per la pensione contributiva ( per coloro i quali possono vantare un credito in termini di contributi versati), o che svolga il ruolo di reddito minimo per chi non ha avuto modo di assicurarsi un trattamento pensionistico.
Ago 16