Met Basilicata: parliamo di temi e problemi e mettiamo in campo un progetto civico alternativo alla destra e alla falsa sinistra. Di seguito la nota integrale.
Il Movimento Equità Territoriale della Basilicata intende dare il suo apporto per le elezioni regionali del 2024.
E’ necessario farlo perchè le condizioni della regione sono drammatiche e ognuno di noi deve provare a dare il proprio contributo.
Purtroppo, mentre i partiti litigano sui nomi dei candidati, in tutti i comparti e in tutti i settori la Basilicata è ad un punto di non ritorno: lo spopolamento, specialmente quello giovanile, aumenta anno per anno. Secondo le previsioni Svimez Basilicata nel 2080 gli abitanti-residenti effettivi saranno 287 mila rispetto ai 541 mila di oggi, quasi la metà.
Il sistema sanitario è sempre più in affanno e chi ha bisogno di cure si sposta fuori regione.
L’assistenza territoriale è allo sbando fino al punto che mancano i medici di base e i medici di guardia.
Le scuole primarie e secondarie delle aree interne e nei piccoli centri rischiano di chiudere o essere ridimensionate. Il diritto all’istruzione viene messo in discussione e provoca ulteriori fratture sociali.
Le tensioni sociali e occupazionali sono sempre più forti. Emblematica la crisi di Stellantis di Melfi, dove negli ultimi cinque anni sono stati persi circa cinquemila posti di lavoro.
I fondi del Pnrr e i fondi europei ordinari, già ridotti rispetto alle regioni del Nord e a quello che gli spettavano, vengono utilizzati per micro progetti a pioggia distribuiti nei singoli comuni e senza un disegno di sviluppo ponderato e pianificato.
La maggioranza di centrodestra alla Regione ha peggiorato la gestione amministrativa degli ultimi anni e l’unica cosa che è riuscita a varare è il bonus gas “elettorale”. Un bonus che brucia decine di milioni di euro, garantito a tutti, anche alle famiglie ricche e non solo alle famiglie in difficoltà economiche che ne avrebbero più bisogno.
Oltre a tutto questo incombe lo scellerato disegno di legge della Lega sull’autonomia differenziata che porterebbe la Basilicata e il Sud al collasso totale rispetto al Centro Nord e all’introduzione delle gabbie salariali che porterebbe a stipendi più bassi nelle regioni del Mezzogiorno.
Su questi temi lanciamo un appello alle forze politiche e associative della regione che vogliono insieme a noi occuparsi dei cittadini, dei problemi e della vita reale.
A loro diciamo di uscire dal teatrino dei nomi e di dire con decisione no alla prepotenza e arroganza di Chiorazzo sostenuta da pezzi ambigui del Pd e di altre forze trasversali.
A loro diciamo di prendere atto che gran parte del centrosinistra è solo l’altra faccia del centrodestra di potere e l’unica strada è preparare un progetto civico alternativo al Palazzo composto da cittadini, movimenti e associazioni svincolati dall’ipocrisia della falsa sinistra e pronti ad offrire ai lucani l’unica possibilità di riscatto e di cambiamento vero.
Il centrosinistra lucano ha governato la regione per 30 anni ed ha le stesse responsabilità della destra, se oggi mischia le carte e si presenta con le stesse persone di sempre e addirittura con Chiorazzo, non ci può essere nessun dialogo e rapporto.
Partendo da questo è chiaro che lo spazio per un progetto civico è molto ampio e può essere la vera novità delle prossime regionali.