Si è spento il 10 gennaio scorso a Bari all’età di 81 anni Mario Manfredi, professore universitario e sindaco di Matera dall’8 luglio 1994 all’8 giugno 1998. Mario Manfredi ha ricoperto il ruolo di professore all’Università degli studi di Bari nella facoltà di filosofia, insegnando filosofia morale e filosofia del diritto ed è stato allievo del noto filosofo Giuseppe Semerari.
L’eredità dell’esperienza amministrativa a guida dell’ex sindaco Mario Manfredi è ripercorsa in una nota inviata alla nostra redazione da Michele Morelli, già consigliere comunale di Matera.
Lo scorso 10 gennaio è venuto a mancare l’ex sindaco Mario Manfredi. Sono stati molti gli interventi che oltre ad esprimere le dovute condoglianze alla famiglia hanno ricordare il lascito di quella breve, ma intensa esperienza amministrativa che nasce, ebbene ricordarlo, a valle dal fallimento della sindacatura Acito.
Dalle note che ho potuto leggere nessuno ha approfittato per tentare una prima lettura critica di quella esperienza politica amministrativa. Il contesto socio politico dei primi anni novanta, la nascita di un rinnovato civismo, il ruolo svolto dall’associazionismo culturale ed ambientale, la crisi dei partiti tradizionali, “Città solidale” e la “Primavera dei sindaci”. In questo contesto nasce la proposta di candidatura di Mario Manfredi, prima come candidato alla Camera nel collegio uninominale (marzo ’94, non andato in porto, in quella occasione i progressisti scelsero Luigi Porcari), poi a capo della lista unica di sinistra nelle elezioni amministrative del ’94. La lista dei progressisti al primo turno raggiunse il 36% dei voti (circa 13 mila) attestandosi al secondo posto alle spalle della coalizione di centrodestra. Al secondo turno non ci fu partita, Mario Manfredi fu eletto sindaco con il 61% delle preferenze (circa 19 mila voti).
Nasce così il nuovo governo della città a guida del prof. Mario Manfredi (con una maggioranza solida apparentemente omogenea di 24 consiglieri su 40). Come bene ha scritto Michele Saponaro, nei necrologi apparsi in questi giorni, Mario Manfredi è stato ricordato come “un eccezionale maestro di etica dell’amministrazione”. Di eredità politica amministrativa non vi è traccia. Se penso agli obbiettivi programmatici e ai risultati ottenuti, l’eredità politica amministrativa di quella consigliatura fu per tanti aspetti deludente. Il tentativo di trasformare la nostra comunità, così come l’avevamo immaginata, presto divenne continuità con le politiche del passato. Sul piano della partecipazione dei cittadini, fatta eccezione del primo anno di attività, il cosiddetto “bilancio partecipato”, così come i “comitati di quartiere” presto cederanno il passo “all’autosufficienza” della maggioranza di governo. Molte furono le delusioni e le speranze mancate. Fatte salve le novità espresse nelle politiche sociali (grazie all’autorevolezza espressa dall’assessore Pasquale Rizzi), sulle vicende urbanistiche così come sulle questioni ambientali non vi furono novità sostanziali rispetto alla precedente amministrazione. Buona parte dei piani sovradimensionati adottati dalla giunta Acito (zona 33 di via La Martella, asse commerciale lungo la statale 99, centro direzionale) divennero attuativi. In quegli anni furono rilasciati i permessi a costruire dell’ex officina Fiat di recinto Pagano e dell’ ex mulino di via Lucana, nonostante le indicazioni espresse dai pianificatori nel documento di indirizzo del nuovo PRG (Nigro-Restucci).
Con delibera di Giunta si pensò di realizzare sull’attuale parco di Lanera oltre 90 appartamenti di edilizia convenzionata (tre torri che se realizzate avrebbero cambiato il paesaggio del quartiere).
Sulla vicenda dei Sassi, fu portato a termine il secondo piano biennale, ma non vi fu nessuna risposta al problema abitativo del rione Malve.
In merito all’approvazione del Piano del Parco della Murgia Materana fu proprio l’amministrazione Manfredi ad eliminare in maniera pretestuosa le aree di “pre-parco” e di Serra D’Alto dalle previsioni avanzate dai pianificatori incaricati.
In campo ambientale, si chiedeva di rivedere i progetti di disinquinamento della Gravina di Matera (con annesso impianto di post trattamento dei reflui mai andato in funzione), così come l’impianto di compostaggio a La Martella, progetti ereditati dalla giunta Acito, non ci fu verso. Un grande spreco di denaro pubblico senza nessun risultato in campo ambientale. Certo non tutte le responsabilità si possono addebitare all’ex sindaco Mario Manfredi.
Molte scelte sono da addebitare al suo entourage del sesto piano, alla “debolezza” (ambiguità) del maggior azionista di maggioranza (PDS) e alla vacuità delle altre formazioni politiche minoritarie emergenti (verdi e di sinistra). Un’ultima scorrettezza “istituzionale” fu la pubblicazione alla scadenza della consigliatura, senza nessuna presentazione, della nuova Variante Generale al Piano regolatore generale.
In questa proposta di Variante Generale c’era di tutto, nuove aree di espansione (Scattolino, San Francesco…), cambi di destinazione d’uso del centro direzionale e della Zona 33 e molte altre concessioni al cosiddetto partito dell’edilizia (compreso la cementificazione dell’ex giardino Porcari). Un modo classico per accreditarsi e consolidare aspettative. Credo che Mario Manfredi su queste dinamiche centri poco. Rimane, in ogni caso, la sua responsabilità.
Avremo modo di ritornare su questi argomenti. Vi è la necessità di aggiornare il racconto di quanto è accaduto a partire dalla anni novanta. Conoscere il passato è sempre utile per capire il presente e per meglio orientarsi per il futuro.