Vespe (Matera nel cuore): “La magistratura lancia un’opa al governo Meloni?”, Di seguito la nota integrale inviata da Franco Vespe.
Premesso che sono un Cattolico Democratico che si rifà al Popolarismo Sturziano ed il mio partito non esiste più. Credo anche che il più grande statista che l’Italia Unita abbia avuto sia Alcide De Gasperi: uomo di centro che “guardava a sinistra”, checchè ne scriva Italo Bocchino. Questo per dire che a nessuno è consentito di farmi passare per un fratello Meloniano. Fatta questa premessa fatemi esprimere tutte le mie preoccupazioni per il conflitto fra Magistratura e Governo. Credo fermamente che questo governo sia ferocemente sotto attacco da parte della Magistratura che ha lanciato un’Opa (non voglio usare il termine golpe ma ci è molto vicino!) avendo come mandante, “a sua insaputa”, la Sinistra. E’ un algoritmo che funzionò 30 anni fa con mani pulite e che affondò i due partiti storici della DC-PP e del PSI, salvo poi fermarsi davanti al portone del compagno Greganti. Funzionò perché il regime del CAF ci mise del suo facendo incancrenire quella questione morale che creò grande indignazione nell’opinione pubblica. Alla fine la cancellazione di DC e PSI fu un effetto collaterale, se vogliamo, quasi inaspettato. Ma andiamo ad oggi perché ritengo il caso Salvini a Palermo ed il dietro front degli immigrati in Albania intimato dai giudici, tentativi eversivi di ribaltare il governo voluto democraticamente dagli italiani. Andiamo al caso Salvini.
Il primo agosto 2019, la nave umanitaria Open Arms, battente bandiera spagnola e al servizio dell’ONG spagnola Proactiva Open Arms, presta soccorso a un’imbarcazione in difficoltà al largo della Libia portando in salvo 55 persone e avvisando le autorità libiche, italiane e maltesi. Qualche ora dopo, l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini dispose il “divieto di ingresso, transito e sosta nel mare territoriale nazionale” nei confronti della Open Arms tramite decreto controfirmato dai ministri della Difesa e dei Trasporti. E’ chiaro che il provvedimento non fu un atto individuale di Salvini ma condiviso con altri rappresentanti del governo. L’Open Arms raccolse poi altri naufraghi ai quali il Ministero degli Interni non consentì lo sbarco per 20 giorni nei porti nazionali, fino a quando non intervenne la procura di Agrigento. Per questi 20 giorni di impedimento allo sbarco ingiunto dal ministro è costato nel 2019 a Salvini l’accusa di:
sequestro di persona (art. 605 del codice penale) per avere “abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 147 migranti di varie nazionalità”;
omissione di atti d’ufficio (art. 328 del codice penale) per avere “indebitamente rifiutato di esitare positivamente le richieste di pos (place of safety) inoltrate al suo Ufficio di Gabinetto”
Il parlamento diede l’autorizzazione a procedere contro Salvini con il voto favorevole del M5S che a quel tempo invece governava con la Lega e che, come abbiamo visto, condivideva quel provvedimento. Un vero e proprio infame tradimento! La seconda motivazione che avvalla le ragioni politiche di questo processo è che la Lamorgese sotto il governo Conte II/Draghi ha fatto di molto peggio, bloccando per molti più giorni in mare le navi degli immigrati. Ammesso e non concesso che le ragioni per chiamare alla sbarra Salvini siano motivate, con lui avrebbe dovuto comparire anche l’insipido Presidente Conte con il suo ministro ai trasporti: “lo sveglio” Toninelli. Andate ad ascoltare le interviste di quest’ultimo ai tempi dei fatti!
Il secondo attacco riguarda l’hot spot Gjader in Albania realizzato per ospitare extra-comunitari ai quali è stato negato il diritto di asilo. Il tribunale di Roma ha bloccato il trasferimento di 16 extra-comunitari in quel centro. La magistratura in questo caso si supera! Stoppa la nave che veleggia alla volta dell’Albania impugnando una sentenza della corte europea.
I giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma hanno ribaltato la decisione del governo italiano disponendo che i migranti fossero riaccompagnati dall’Albania in Italia. II perché lo ha spiegato in una nota stampa la presidente della sezione del Tribunale di Roma Luciana Sangiovanni: “Il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane è dovuto all’impossibilità di riconoscere come ‘paesi sicuri’ gli stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal Protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia”. Al contrario il governo aveva ritenuto Bangladesh ed Egitto paesi sicuri. Ma cosa dice il dispositivo comunitario a cui ‘ineffabile Giudice Luciana Sangiovanni, si rifà? Lo spiega molto bene Cassese. “Quel dispositivo dice semplicemente che non sono paesi sicuri anche quelli per i quali la sicurezza non è garantita in modo generale e uniforme su tutta la sua superficie territoriale”. Si riferiva quella sentenza al caso della Moldavia e della sua regione della Transnistria controllata militarmente dalla Russia. Ma la cosa più grave è che i magistrati con quella sentenza si arrogano il diritto di decidere loro quali paesi sono sicuri o meno. Basta ascoltare le interviste ai magistrati rilasciate in quei giorni! Per loro non spetta certo ai ministeri degli esteri dei singoli paesi o all’UNHCR, o all’European Asylum Support Office (EASO) o al Consiglio d’Europa, o ad altre organizzazioni internazionali competenti come previsto dall’art.37 della Direttiva 2013/32 dell’Unione Europea! Spetta al singolo magistrato! Praticamente il magistrato diventa un delirante, onnipotente tuttologo espertissimo anche di Geopolitica! Il governo, nonostante fosse corso ai ripari tramutando il decreto interministeriale in decreto legge considerando ben 19 stati sicuri, inclusi il Bangladesh ed Egitto, si è visto negare di nuovo il trasferimento dal tribunale di Bologna che ha rimandato la decisione alla corte di giustizia europea, rinvenendo un palese (?) contrasto fra le normative europee e quelle nazionali. Nel motivare la decisione ha “scomodato” addirittura il caso della Germania nazista che, secondo i magistrati, il governo italiano, non avrebbe esitato a classificarla fra i paesi sicuri! Ora giudicate voi se questo non è un attacco frontale della magistratura contro il governo! E che dire poi dell’ineffabile Sigfrido Ranucci che con il suo “Report” dalla tribuna della famigerata “Telemeloni”, ad urne aperte in Liguria, fa una trasmissione sul malaffare ed i fatti corruttivi che ha coinvolto il suo ex presidente Toti! Francamente c’è di che preoccuparsi. E’ molto chiaro che le truppe cammellate della magistratura (o parte consistente di essa) si stanno adoperando perché questo governo voluto dagli italiani sia ribaltato. Rispetto alla precedente era Berlusconiana, gli attacchi della magistratura stanno facendo un salto di qualità significativo e pericoloso. Nell’era Berlusconi si attaccava la persona ed il suo modo spregiudicato e disinvolto, finanche illegale, di condurre i suoi affari personali. Oggi alla sbarra vengono messe le decisioni politiche stesse del governo, sottraendole al fisiologico dibattito politico che dovrebbe caratterizzare la vita di una democrazia compiuta. L’opposizione dovrebbe contendere il governo delle città, regioni e stato sul campo, contestando politicamente e con competenza le decisioni del governo e non invocando l’aiuto e l’intervento dei paparini magistrati per dare spallate! Il quadro sul conflitto fra magistratura e governo è perfettamente compatibile con quanto scritto in chat da sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, esponente di rilievo della corrente dem di Magistratura democratica. “Bisogna porre rimedio”! Meloni è molto più forte …perché non ha inchieste giudiziarie e non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte”. Queste frasi francamente non si addicono a fedeli servitori dello stato.