Una lettera con minacce di morte è stata recapitata al sottosegretario allo Sviluppo Economico, Simona Vicari, siciliana di Cefalù, e al Governatore della Regione Basilicata, Marcello Pittella. Nella lettera, secondo quanto è stato denunciato ai Carabinieri, un sedicente gruppo di “vecchi lucani” minaccia i due esponenti politici pretendendo la cessazione delle attività riguardanti le estrazione petrolifere in Basilicata e quelle dell’inceneritore “Fenice”, nel melfese.
Minacce di morte per Vicari e Pittella, solidarietà dell’Ugl.
“A seguito di quanto contenuto nella lettera recapitata alla sottosegretaria allo sviluppo economico Simona Vicari e al governatore della Regione Basilicata Marcello Pittella di un sedicente gruppo di ‘vecchi lucani’, esprimiamo solidarietà circa le minacce di morte subite ritenendo che tale gesto deve essere condannato senza se e senza ma. Auspichiamo che vengano trovati i responsabili dell’insano comportamento”.
Lo dicono i segretari dell’Ugl in Basilicata, Giovanni Tancredi, Enzo Piccinni e Pino Giordano per i quali, “l’Ugl afferma quale valore fondante della nostra Repubblica Italiana la libertà e la democrazia che non può e non deve essere attentata da simili gesti. Non sono certamente questi modi e metodi incivili per manifestare dissensi su questioni da portare avanti in una battaglia contro eventuali danni da estrazione petrolifere, condanniamo fermamente il vile gesto con l’auspicio che si faccia al più presto piena luce nell’individuare e perseguire i responsabili. Come Ugl – proseguono Tancredi, Giordano e Piccinni – continueremo a batterci perché le risorse petrolifere lucane si trasformino in una reale opportunità di crescita e di lavoro. In Basilicata si realizza il 70% delle quantità delle estrazioni petrolifere in terra ferma che avvengono in Italia, per questo e’ necessario che siano verificate le caratteristiche dei sistemi di monitoraggio e la loro gestione per preservare la salubrità delle matrici ambientali terra, acqua ed aria. Sono troppe le preoccupazioni che attengono ai rischi ambientali connessi alle attività petrolifere per trascurare la centralità di questo argomento e garantire con certezza che le attività petrolifere avvengono in un contesto di rigoroso rispetto delle migliori pratiche di sicurezza ambientale. Auspichiamo – concludono i sindacalisti – che le differenze politiche e sociali, le quali distinguono le varie forze presenti nella nostra Regione, vengano messe da parte per condannare in maniera forte questo atto intimidatorio e vile e si avvii unitariamente un confronto serio, pacato e leale su tale questione che interessa tutti, lucani e non”.
fisica, anche in forma verbale e/o scritta, danneggia non solo l’azione civile e democratica – ricordiamoci tutti Scanzano Jonico – ma favorisce i provocatori ed i violenti che finiscono per penalizzare il movimento pacifico. Il nostro è un appello forte e deciso a tutti“.