Nella cappella Malvinni Malvezzi di Palazzo Gattini il Ministro delle politiche agricole e forestali e del territorio Gian Marco Centinaio ha incontrato i rappresentanti del mondo imprenditoriale. Al tavolo con Centinaio i candidati consiglieri regionali Antonio Cappiello e Lucrezia Guida e l’imprenditore Tito Di Maggio.
Di seguito l’intervista rilasciata in occasione di questo incontro a Matera dal Ministro Centinaio.
Quali prospettive con questa Pac per le imprese agricole del Mezzogiorno? “Con questa Pac, che se andiamo avanti così rimarrà in vigore ancora per un po’, riusciremo a dare le risposte che l’agricoltura italiana ha bisogno, se andiamo a vedere la Pac futura noi lunedì con il sottosegretario Manzato saremo in Europa per porre alcune questioni: non si può chiedere all’agricoltura italiana ed europea di tutelare i prodotti, di tutelare i consumatori, di rispettare l’ambiente e poi mi tagli quasi 4 miliardi di euro. Non posso pensare di far crescere l’agricoltura con un taglio così importante, anche perchè con questa pac attuale abbiamo subito un taglio di 1 miliardo e 200 milioni di euro, troppi”.
Per uno sviluppo sostenibile dell’agricoltura in Basilicata cosa occorre? “Occorrono le filiere, cominciare a far sedere al tavolo tutti coloro che hanno intenzione di produrre rispettando le varie parti della filiera. Quando ho fatto l’accordo per la filiera sul grano al tavolo non si sono seduti solo i produttori di semi ma anche le aziende di trasformazione e la grande distribuzione. Se faccio morire l’agricoltura della Basilicata non la trovo dalle altre parti, in Cina, in Africa, negli Stati Uniti o in Australia si capisce che i vari aspetti della filiera sono fondamentali”.
Come si difende il Made in Italy? “La difesa del Made in Italy sta diventando il mio cavallo di battaglia. Dire Made in Italy non vuol dire che un prodotto viene allevato, coltivato e pescato al di fuori dei confini nazionali, poi lo portiamo in Italia, lo mettiamo in una scatoletta e diventa Made in Italy, per me Made in Italy nell’agricoltura, nella pesca e nell’allevamento vuol dire che vengono prodotti, coltivati, allevati nel nostro Paese e trasformati nel nostro Paese. I pezzi di un telefono possono essere prodotti dall’altra parte del mondo e venire in Italia, essere trasformati in Italia e dire che sono Made in Italy, una giacca può essere Made in Italy con prodotti fatti dall’altra parte del mondo, il vino, il grano, i pomodori, i prosciutti sono veramente prodotti Made in Italy. Come si interviene? Con i progetti di filiera per i quali riusciamo a mettere a disposizione i fondi e facendo comprendere che l’etichettatura è fondamentale. Io lavoro sulla filiera, sui produttori ma quando esco dal nostro Paese ho creato una filiera sana, un modo di lavorare talmente di alto livello che viene considerato qualcosa di eccellenza. Io ero in Cina qualche settimana fa e il Ministro cinese mi ha detto che quando autorizzo l’importazione di prodotti alimentari sono tranquillo perchè in Italia ci sono i controlli giusti che permettono ai miei consumatori cinesi di poter mangiare cose di altissime qualità”.
E visto che siamo in tema, l’accordo per la Via della Seta non è pericoloso? “Per quanto riguarda turismo e agricoltura, i miei due settori, secondo me no ma ci sono una serie di settori come le telecomunicazioni o la gestione dei dati che sono quelli sui quali vogliamo vederci chiaro”.
Siamo a Matera, quali proposte per il rilancio del turismo in Basilicata? “Un turismo più consapevole, fare conoscere di più la Basilicata. Una terra che deve diventare punto di riferimento per il turismo. L’obiettivo di questo ministero non è più quello di promuovere Venezia, Verona, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Pompei ma di promuovere le aree di questo Paese che sono rimaste fuori dai cataloghi dei grossi tour operator, andare quindi in giro per il mondo e promuovere l’Italia anche attraverso le immagini, promuovere l’Italia attraverso l’abbinamento territori, enogastronomia, cultura, 8 mila chilometri di costa, tutto quello che in passato davamo per scontato. A Napoli poche ore fa davanti a 500 giovani della Lega che stanno facendo la scuola quadri ho detto che quando tornate a casa e vedete il vostro patrimonio, smettete di darlo per scontato perchè fuori dal nostro Paese chi ci guarda dice che l’Italia è una superpotenza mondiale per quanto riguarda il turismo: 8 mila chilometri di costa, città d’arte più belle del mondo, siti Unesco, enogastronomia che tutti ci invidiano eppure da Pavia ci metto più tempo per arrivare a Matera che non da Pavia a New York. Ma la domanda è: se ci fosse un’autostrada per portare più velocemente possibile milioni di turisti da Napoli a Matera forse non diventa un problema per questa città? Da operatore del turismo che era il mio mestiere prima di fare il Ministro è la domanda che pongo agli operatori turistici locali, non c’è il rischio che Matera subisca quello che sta subendo Venezia ovvero troppi turisti? Cerchiamo di capire qual’è la soluzione. Io non sono nè Herry Potter nè il Mago Otelma nè Renzi che pensava di essere Dio ma sono un signore che ha un pregio e un difetto, confrontarmi con gli operatori locali e capire che percorso fare?
La chiave è quella di fare sistema? “Il marchio deve essere Italia. Le regioni italiane hanno la delega al turismo ma non possono andare in giro per il modo a promuoversi da sole. Un cinese non sa dov’è la Basilicata ma neanche la Lombardia, sa dov’è l’Italia. Noi dobbiamo andare in giro per il mondo a promuovere il sistema Italia con le eccellenze del nostro Paese, con Matera, con città che erano fuori dai cataloghi dei grandi tour operator, io sono convinto che dobbiamo far ragionare i produttori del mondo agricolo e quindi dell’enogastronomia con quelli del turismo. Andiamo a proporre un’Italia da bere, da mangiare e da visitare”.
Conosce la situazione dei Consorzio di bonifica della Basilicata, come si risolvono i problemi segnalati da diversi mesi e le questioni legate alle calamità naturali? “Sulle calamità naturali abbiamo fatto un decreto emergenza e sono disponibile a ragionare con i colleghi per migliorarlo. Sui Consorzi di Bonifica voglio ricordare che abbiamo messo a disposizione un miliardo di euro per infrastrutture irrigue per progetti immediatamente cantierabili. Di quel miliardo di euro, l’80% è andato a Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Se abbiamo Consorzi, Enti che dovrebbero fare progetti e non sono in grado di farlo, mi chiedo ma che cosa stanno lì a fare. Ma voglio dare una proposta: se non sono in grado di farlo lo dicano e io sono disponibile a chiedere ad altri consorzi di bonifica che sono in grado di farlo di prestarci le loro professionalità, venire sul posto e aiutare a fare dei progetti. Però dal giorno dopo se non sei in grado di fare progetti devi andare a casa”.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro con Centinaio (foto www.SassiLive.it)