“A Potenza abbiamo portato i vertici a livello nazionale della sicurezza del Paese non perché questa è una regione dove le cose vanno male ma perché questa è una regione in cui a volte c’è il rischio di una distrazione. I riflettori dello Stato sono invece accesi sulla Basilicata, non si spegneranno e se possibile avranno una luce ancora più intensa”. Lo ha detto il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nella prefettura di Potenza, in una conferenza stampa a margine di una riunione della Conferenza regionale sulla sicurezza.
Ministro Alfano a Potenza, Confesercenti: adesso misure e azioni più incisive
“Le dichiarazioni del Ministro Alfano che si è schierato a fianco dei titolari dei bar di Potenza che hanno subito nelle scorse settimane incendi dolosi sono un bel segnale di vicinanza dello Stato non solo a questi piccoli imprenditori ma a tutti quelli che devono fronteggiare le varie forme di criminalità ed illegalità”. E’ il commento di Prospero Cassino, presidente Confesercenti e di Rete Imprese Italia Potenza. “Con l’invito a collaborare con le forze dell’ordine, l’impegno a proteggere, difendere e tutelare i commercianti che denunciano – continua – è la risposta che tutti gli operatori economici si aspettavano per superare il clima di preoccupazione che si è innescato nel capoluogo e non solo da qualche tempo. Penso infatti anche alla situazione di allarme in Val d’Agri e in altri comuni della nostra provincia dove specie i negozi sono sempre più sotto assedio della criminalità per il dilagante fenomeno dei furti. Secondo un’indagine del nostro centro studi – ricorda Cassino – le denunce di furti negli esercizi commerciali hanno superato quota 106mila all’anno, con un incremento del 14,8% (oltre 13mila in più) tra il 2011 ed il 2014, ultimo dato disponibile. E la situazione non sembra essere migliorata nemmeno nel 2015: il 54% dei negozianti segnala anche per l’anno appena concluso furti o rapine ad attività commerciali e pubblici esercizi nella propria area. L’aumento dell’attività criminale a danno dei negozi ha portato ad un netto peggioramento della sicurezza percepita. Quasi un commerciante su tre (il 31%) ritiene che la sua impresa negli ultimi dodici mesi sia stata più esposta ai rischi legati alla criminalità rispetto al 2014, mentre solo 1 su 10 si sente più al sicuro. I furti sono la tipologia di attacco criminale più temuto, segnalato da più della metà dei negozianti intervistati (55%). Secondariamente in sequenza troviamo: truffe (36%), rapine a mano armata (33%) e vandalismi (29%).
“Il tema della sicurezza è dunque una delle priorità tra gli imprenditori del commercio, in particolare per attività particolarmente esposte alla microcriminalità come Tabacchi e Gestori carburanti. Per questo – dice Cassino – dopo le dichiarazioni del Ministro Alfano attendiamo misure ed azioni più incisive sul nostro territorio. I Comuni, anche se in verità non tutti, stanno facendo la propria parte attraverso l’installazione di impianti di videosorveglianza nei centri storici e negli accessi principali al paese. Pur essendo questa una misura importante è ovvio che da sola non è sufficiente e richiede principalmente il potenziamento di uomini e mezzi da impiegare nella sorveglianza e prevenzione del crimine mettendo fine alla chiusura di importanti presidi territoriali delle forze dell’ordine avvenuta nell’arco dell’ultimo decennio. La crisi economica, l’emergenza migratoria e le dinamiche socio-politiche a queste legate hanno fatto tornare a crescere – dopo un periodo di calo – i reati a danni delle imprese, in primo luogo del commercio e del turismo. C’è l’esigenza di un maggior controllo del territorio, da garantire aumentando, e non tagliando, le risorse a disposizione delle forze dell’ordine. In sintonia – conclude il presidente di Confesercenti – va intensificata la lotta all’illegalità, alla contraffazione dei nostri prodotti e del “made in Italy”, alla vendita abusiva che è esattamente l’altra faccia della stessa medaglia (criminalità) che sottrae ingenti risorse alla nostra economia”.