Mo’ basta! (movimento ambientalista di Basilicata) ricorda mobilitazione generale del 2014 contro Decreto Sblocca Italia e apre vertenze Total e crisi idrica. Di seguito i particolari.
A 10 anni dal 4 dicembre 2014 la partita con ENI non è conclusa, Mo’ basta!, movimento ambientalista di Basilicata, commemora il decennale della grande manifestazione contro lo Sblocca Italia e apre le vertenze Total e crisi idrica.
E’ l’alba di un nuovo giorno per difendere Terra, Acqua e Aria e la salute dei Lucani.
A dieci anni dalla grande manifestazione regionale del 4 dicembre 2014 per chiedere di promuovere ricorso avverso il “Decreto Sblocca Italia”, decreto che l’allora Consiglio Regionale (pur essendo la Basilicata la regione più coinvolta delle altre) decise di non impugnare, e pur nel doloroso frangente della dipartita del tenente Giuseppe Di Bello fondatore e colonna portante del Movimento Ambientalista “Mò Basta!” abbiamo l’obbligo di commemorarne il decennale.
Lucani la lotta porta sempre frutti buoni ed, infatti, il Tribunale di Potenza ha sentenziato condanne in primo grado contro Eni SpA per smaltimento e traffico illecito di rifiuti pericolosi ed è in corso altro procedimento penale a carico di Eni e suoi dirigenti per disastro ambientale. Oggi più di ieri si continuerà a dire “Mo’ basta!” a nuovi pozzi e permessi di ricerca e tu Peppe che hai logorato il tuo fisico in questa impari lotta contro gli inquinatori e seminatori di morte da lassù ci darai linfa nuova e rinnovata forza per continuare a lottare.
Il 4 dicembre 2014 è storia, la storia del Popolo Lucano che lotta per la propria terra.
Era una sera di ottobre del 2014, a settembre il Governo presieduto da Matteo Renzi emanava il cosiddetto “Decreto Sblocca Italia” e mentre cenavamo in un ristorante del centro storico di Potenza, discutendo, intuimmo che quelle norme spianavano la strada alla Total per realizzare il secondo centro oil in Basilicata, in tre, il Tenente della Polizia Provinciale Giuseppe Di Bello, De Angelis Pietro e l’Avvocato Romano Grazia Antonio, e decidemmo di rilanciare il movimento ambientalista “Mo’ basta!” al fine di incidere ancor di più sulle politiche ambientali regionali, bloccare lo strapotere delle multinazionali dell’inquinamento e la distruzione delle nostre risorse naturali Terra, Acqua e Aria.
Informare i giovani e gli studenti fu la nostra più grande intuizione, dovevamo coinvolgere le future generazioni.
Si decise per una prima manifestazione quella del l’8 Novembre, e fu un successo, una folla di oltre duemila giovani e studentti nonostate la pioggia battente da Piazza XVIII Agosto a Piazza Prefettura sfilò in corteo al grido “A Terra è Nostra e nun saddà tuccà”.
Poi la notizia che il 4 dicenbre il Consiglio Regionale avrebbe discusso e deciso se opporre le norme anticostituzionali del Decreto Sblocca Italia che sottraeva competenze, poteri,pareri agli enti locali e regionali in tema di nuove autorizzazioni ad estrarre e permessi di ricerca petrolifere.
Il tam tam della protesta iniziava a serpeggiare per tutta la Basilicata, fu un continuo informare cittadini e comunità locali, per giungere alla grande manifestazione del 4 dicembre.
Una folla di oltre diecimila tra cittadini, studenti, amministratori locali, sindaci, partì da Piazza Don Bosco per giungere sotto il palazzo del Consiglio Regionale, erano giunti dai luoghi più lontani e sperduti della nostra amata Lucania. per far sentire forte la propria voce e il proprio dolore.
Dal mattino e sino a sera inoltrata di quel quattro dicembre la protesta continuò senza sosta, oltre cento carabinieri in tenuta antisommossa furono chiamati a proteggere il palazzo quel palazzo che contro la volontà del Popolo Lucano di contro decise di non opporre le norme anticostituzionali del Decreto cosiddetto Sblocca Italia, e si proprio quel decreto che avrebbe spianato la strada alla Total per realizzare il secondo centro oil in Basilicata.
Oggi siamo qui a ricordare quel fatidico 4 dicembre 2014 che cambiò radicalmente la percezione di quanto veramente stava accadendo in Basilicata, anche la Magistratura da quel momento in poi diede impulso alle indagini.