Mollica incontra delegazione della Consulta degli studenti.
Proposta la modifica della legge regionale n. 30/2015 sul “Sistema integrato per l’apprendimento permanente”. Per il presidente del Consiglio regionale si tratta di “un primo passo verso la realizzazione di una democrazia partecipata e condivisa”.
“Non poteva esserci migliore risposta al mio appello sulla partecipazione popolare fatto una settimana fa in occasione della consegna dello Statuto regionale. Una risposta che proviene dal basso, ma soprattutto da quella che io definisco il vero motore della politica regionale: i giovani”.
È quanto ha affermato il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica, che ha incontrato questa mattina una delegazione della Consulta regionale degli studenti.
Nel corso dell’incontro i giovani della Consulta hanno illustrato in particolare una proposta di modifica della legge regionalen. 30/2015 sul “Sistema integrato per l’apprendimento permanente ed il sostegno alle transizione nella vita attiva”.
“È attraverso la partecipazione popolare- ha sottolineato Mollica – che si garantisce ai cittadini il loro diritto ad esprimersi in prima persona su atti legislativi ed amministrativi di economia e finanza regionale”.
“Vogliamo portare avanti un processo di cambiamento concreto all’interno del mondo della scuola – ha affermato il presidente della Consulta, Michele Fasanella –, da parte di chi la vive ogni giorno. La legge sul diritto allo studio in Basilicata è ferma al ‘79 e noi auspichiamo che dopo questo primo incontro con il presidente Mollica si possa avviare un percorso scolastico in grado di garantire e offrire elementi utili e necessari per una società sempre più globale”.
I ragazzi, su indicazione del presidente, verranno ascoltati nel mese di aprile nelle competenti Commissioni del Consiglio regionale, dove porteranno la loro proposta di modifica della legge n. 30/2015 per avviare così insieme l’iter legislativo.“È solo il primo passo – ha detto Mollica – per realizzare quello che la Regione, attraverso la sua nuova Carta fondamentale, ha scelto come modello di democrazia partecipata. Con l’obiettivo, così, di giungere ad atti che attengono questioni e problematiche della società civile, a fronte di una sinergia concordata e diretta”.