Michele Morelli del circolo Legambiente Circolo di Matera in una nota ricorda che nel Consiglio comunale di venerdì 16 febbraio 2024 è all’ordine del giorno l’approvazione di una variante per la realizzazione di parcheggi interrati pertinenziali che si intendono realizzare in via Lanera.
“Legambiente – dichiara Morelli – è contraria a qualsiasi forma di consumo di suolo, di perforazioni e di cementificazione in aree destinate a verde pubblico”.
Di seguito la nota di Michele Morelli sul consumo del suolo a Matera e la foto del luogo oggetto di variante dove dovrebbero essere costruiti i parcheggi.
“Senza il suolo saremmo morti”, così Paolo Pileri, docente di Pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano commentava in un’intervista di qualche anno fa sulla mancanza nel nostro paese di una legge sul consumo del suolo.
L’Europa e l’Onu ci richiamano alla tutela del suolo e ci chiedono di azzerarne il consumo entro il 2050, ma anche di allinearlo alla crescita demografica e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030.
Non credo sia possibile traguardare questi obiettivi con le leggi e i piani urbanistici che abbiamo (si pensi alla legge regionale sul Piano casa o al nostro Regolamento Urbanistico approvato qualche anno fa dall’attuale amministrazione).
Un buon obiettivo sarebbe non peggiorare la situazione, dotandosi al più presto di una legge di tutela dei suoli che affronti il tema della rimozione dell’urbanizzato o dell’azzeramento dell’edificabilità, che fermi subito il consumo di suolo fuori misura e faccia spazio alla sola rigenerazione delle aree dismesse e dei patrimoni edilizi non utilizzati.
Ne risulterebbe un nuovo modello di regolamentazione, maggiormente incline a considerare prioritari i processi di riuso e sostituzione edilizia senza consumo di nuovo suolo, orientato a garantire una più netta perimetrazione dei margini di confine dei centri abitati, quindi configurando l’espansione edilizia come “eccezione”.
L’argomento sembra per il momento estraneo alla politica, nonostante che la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi sia inserita nella nostra Costituzione.
La necessità di attuare interventi ecosistemici e sociali di rigenerazione urbana, territoriale ed edilizia, che non si limitino ad una attività di manutenzione del tessuto edificato e del territorio o alla sola riqualificazione energetica e anti-sismica del patrimonio immobiliare, ma si spingano più in profondità in grado di operare profonde trasformazioni dell’ assetto urbano.
L’esigenza non più rinviabile di predisporre una legge nazionale per il contenimento del suolo è prevista tra le riforme del PNRR e che ancora tarda ad essere recepita. Un quadro di azioni sinergiche che, in linea con gli obiettivi dell’agenda globale per lo sviluppo sostenibile, dovrà garantire la protezione e il recupero della qualità del suolo, il ripristino dei terreni degradati e l’arresto dell’impermeabilizzazione del suolo. L’azzeramento del consumo di suolo, considerato una misura chiave per l’adattamento ai cambiamenti climatici, dovrà avvenire sia minimizzando gli interventi di artificializzazione, sia implementando il ripristino naturale delle aree più compromesse, quali gli ambiti urbani.
Il riuso, la rigenerazione urbana e il contenimento, dovrebbero costituire princìpi fondamentali della materia di governo del territorio. Un insieme coordinato di azioni volte alla salvaguardia e alla gestione dei paesaggi urbani e periurbani, come definite all’articolo 1, lettere d) ed e), della Convenzione Europea sul Paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000, ratificata ai sensi della legge 9 gennaio 2006, n. 14.
Questi interventi paesaggistici, urbanistici ed edilizi nelle aree urbanizzate determinerebbero un consumo di suolo a saldo zero, svilupperebbero e migliorerebbero la dotazione di servizi primari e secondari, la residenza sociale, l’innalzamento del potenziale ecologico e ambientale, l’efficienza energetica, la gestione delle acque a fini di invarianza idraulica e di riduzione dei deflussi.
I dati aggiornati sul consumo di suolo in Italia ci dicono che il consumo di suolo “non solo non rallenta, ma a partire dal 2021 riprende a correre con maggiore forza”, si veda il rapporto 2023 Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici pubblicato dall’ISPRA in allegato.
Ciò significa paesaggi urbani e periurbani che continuano ad essere “predati”, servizi ecosistemici che seguitano a subire trasformazioni, determinando maggiori rischi di dissesto idrogeologico, meno prevenzione e mitigazione, perdita di biodiversità.
Secondo gli ultimi rapporti sull’ecosistema urbano di Legambiente, la nostra città risultaai primi posti della graduatoria nazionale se si tiene conto del rapporto consumo suolo/residenti – urbanizzazione/residenti.
Se non si mette mano alla legge regionale 25/2009 “Piano casa”, legge stabilizzata nel 2019 (l’INU la definì un obbrobrio giuridico) e al Regolamento Urbanistico 2021, il quadro potrà solo peggiorare. Ricordiamo le aree urbane prossime alla trasformazione edilizia contenute nel RU2021 (oltre 60 ettari): Serra Rifusa, via Montescaglioso, Tre Pini, Parco di Serra Venerdì, Centro Direzionale, Via dei Messapi.
Ricordiamo gli interventi che hanno compromesso il paesaggio periurbano per effetto anche (e non solo) della Legge Regionale n.25/2009 piano casa 2 in Via Gravina, Aia del Cavallo, Contrada Scattolino.
L’impermeabilizzazione del suolo, ovvero la copertura permanente di parte del terreno con materiali artificiali, quali asfalto o calcestruzzo, costituisce la forma più evidente e più diffusa di copertura artificiale.
Questa premessa ci dà l’occasione per segnalare un ultimo provvedimento che questa amministrazione si presta ad assumere con l’ennesima Variante Urbanistica su aree verdi pertinenziali e/o interstiziali per realizzare parcheggi/box privati.
Questo tipo di scelta, divergente da quella ormai consolidata a livello nazionale ed europeo, finisce per incentivare l’ulteriore artificializzazione, produce consumo di suolo e perdita di servizi ecosistemici.
I parcheggi/box, cosiddetti “pertinenziali”, che si intendono realizzare lungo la salita di via Lanera, interessano un’ampia area verde “interstiziale” che è parte integrante della collina del Castello e dunque del Parco della collina del “Lapillo”.
Secondo la normativa attuale queste aree hanno un valore ambientale intrinseco e costituiscono specifici riferimenti paesaggistici ed ecosistemici. Gli interventi ammessi dall’attuale normativa sono di tipo conservativo. Si vuole, invece, con una “variante urbanistica” continuare a perforare e cementificare la collina così come ha fatto la precedente amministrazione, adoperando la stessa retorica della riqualificazione a “impatto 0”. Sottovalutando ancora una volta il dissesto, non solo della collina ma dell’intero sistema di drenaggio delle acque,provocherebbe il rischio di travolgere gli antichi rioni Sassi.
Negli ultimi cinquant’anni si è proceduto alla cementificazione quasi totale delle colline sovrastanti la città antica (la collina di Chiancalata, di Caropreso, di Lanera, del Lapillo, di Macamarda e del Cimitero monumentale, aree fragili e vulnerabili).
Il dibattito sulle regole urbanistiche non può più prescindere dalla sostenibilità, concreta e non solo annunciata, in modo tale che possa diventare il principio ispiratore della pianificazione urbanistica e della trasformazione edilizia e non il grande contenitore di ogni azione di “green washing” nel quale sono annegati molti dei programmi e progetti urbanistici degli ultimi anni.
Legambiente dice No alla variante urbanistica che intende trasformare queste aree verdi pertinenziali e/o interstiziali a favore della nuova frontiera della speculazione.
Rapporto Ispra 2023
Il monitoraggio del consumo di suolo a cura di ISPRA e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente conferma una significativa accelerazione del consumo di suolo, che arriva a sfiorare i 2,5 metri quadrati al secondo nel 2022, interessando quasi 77 chilometri quadrati in un solo anno, il 10% in più rispetto dell’anno precedente.
La perdita di suolo e di tutti i servizi ecosistemici che fornisce, compresa la capacità di assorbire l’acqua, non conosce battute d’arresto: il 13% del consumo di suolo totale (circa 900 ettari) ricade nelle aree a pericolosità idraulica media, dove l’11% di territorio è ormai impermeabilizzato, un valore sensibilmente superiore alla media nazionale (con un aumento medio percentuale dello 0,33%). Considerando il consumo di suolo totale dell’ultimo anno, più del 35% (più di 2.500 ettari) si trova poi in aree a pericolosità sismica alta o molta alta, il 7,5% (quasi 530 ettari) è nelle aree a pericolosità da frana, il 13,4% (950 ettari) in più per piazzali, parcheggi e altre aree pavimentate.
Comune di Matera
Consumo suolo 2006 = 1.901,57 he
Consumo suolo 2022 = 2.196,63 he
Consumo suolo 2021 -2022 = 8 he