Il materano Franco Vespe in una nota esprime alcune riflessioni dopo l’ennesimo femminicidio registrato in Italia. Di seguito la nota integrale.
Inusuale il dibattito, a volte fin troppo sopra le righe, che si è sviluppato in seguito al terribile eccidio di Giulia Cecchettin. Il silenzio, la tristezza, L’indignazione, la sete di giustizia sono usualmente i sentimenti austeri, titanici che dovrebbero accompagnare questi terribili eventi. Questo evento e stato particolarmente sentito. Giulia era una ragazza solare che si stava preparando al meraviglioso evento del conseguimento della Laurea. Le porte per un roseo e sorridente futuro si stavano gioiosamente spalancando.Ma c’era al suo fianco questa anima nera, invidiosa, malevola, manipolatrice pronta a tirarla giù, soffocarla, reciderle brutalmente la vita. All’indomani dell’evento è subito circolato un tamtam strano mai ascoltato prima d’ora. Un ennesimo femminicidio frutto dell’anacronistico vituperato patriarcato. La prima a parlarne fu proprio la Schlein. Ritenni francamente fuori contesto, “scocchiante” si direbbe a Matera, questa dichiarazione. Ma poi la tesi è stata ribadita dalla sorella di Giulia e ripresa piu e piu volte nel circo Barnum dei talk show, che ancora adesso si stanno concentrando sulla vicenda. Furenti e feroci neo sedicenti femministe (solo femministe ?) come Valeria Fonte, hanno tuonato contro il patriarcato accusando tutti gli uomini di essere responsabili e correi della morte di Giulia. Secondo la scrittrice noi maschietti respiriamo e beviamo patriarcato fin dalla prima poppata di latte e ragioniamo tutti come Filippo il boia. Ci manca poco che lanci una Jihad per l’evirazione in massa dei maschietti”. Questa schiamazzante virulenza contro il “patriarcato” puzza da lontano di contesa ideologica, a mio parere, assolutamente irrispettosa per la tragica fine di nostra figlia Giulia. Per capirlo cerchiamo di dare un significato alle parole. Cos’è il patriarcato ?Se si va in ogni enciclopedia essa definisce il patriarcato come “un tipo di organizzazione famigliare (contrapposto a matriarcato ) in cuifigli entrano a far parte del gruppo cui appartiene il padre, da cui prendono il nome e i diritti che essi a loro volta trasmettono ai discendenti diretti o prossimi nella linea maschile”. Il patriarcatonegli uomini somiglia molto al modello dei Leoni. Da essi si apprende che il patriarcato si origina da un bisogno di protezione da parte della madre per se e la propria prole e le regole patriarcali sono servite per legare al proprio nucleo familiare il maschio. Una società ferocemente patriarcale è stata quella Greca che escludeva le donne dalla vita pubblica al pari degli stranieri e degli schiavi. Aristotele arriva a dirittura a credere che le donne avessero sangue più freddo rispetto agli uomini, il che avrebbe fatto sì che esse non si siano evolute in uomini, il sesso che riteneva essere perfetto e superiore. Marx & Engels parlano di patriarcato nato a causa di una primitiva divisione del lavoro in cui le donne si prendevano cura della casa e gli uomini dell’approvvigionamento di cibo attraverso l’agricoltura e la caccia(fonte wikipedia). Successivamente con lo sviluppo del capitalismo il regno della produzione è stato monetizzato e stimato maggiormente rispetto al regno della casa e della cura, che non è mai stato monetizzato, e la percezione e il potere degli uomini sarebbero cambiati di conseguenza. Da questa veloce carrellata si può comprendere come il patriarcato ha assolto spesso compiti positivicome quello di garantire maggiore protezione e più solide modalità di continuità della specie. Protezione sia fisica che economica esercitata in virtù della sua maggiore forza. La stessa divisione dei compiti di cui parla Marx dipende da questa. Nella società post-industriale (avviata da almeno 100 anni!) il lavoro si è trasformato profondamente ed il lavoro intellettuale è diventato praticamente dominante, insieme a quello della cura. La divisione dei ruoli fra maschi e femmine è diventato sempre più inconsistente portando ad una grave crisi della figura del “padre” in cerca di ruoli inediti. Le donne in questa società basata sull’”immateriale”,stanno giustamente guadagnando sempre più terreno (anche se ancora ci sarà da combattere per raggiungere la parità). Sta diventando sempre più indipendente e la figura dell’uomo sempre più disorientata. Le ragioni non stanno quindi nel patriarcato. Sicuramente la morte di Saman è stato ispirato da un asfissiante e crudele patriarcato. Non certo quella di Giulia.Piuttosto occorre focalizzarsi su strategie educative che cercano accuratamente di impedire che ai nostri ragazzi siano inflitte pedagogiche frustrazioni dei “No”. Ragazzia cui devono essere accuratamente evitate frustrazioni (maschio o femmina che sia), sono inevitabilmente condannati alla debolezza ed alla fragilità. Cosìrischiano di naufragare già alle prime frustrazioni che inevitabilmente la vita infliggerà. Un ragazzo fragile e disturbato psichicamente da Narcisismo patologico, alimentato dai troppi “Si”, davanti al “No” dell’”amata”, cederà al riflesso ancestrale e primitivo di ricorrere alla forza ed alla violenza per soddisfare il suo delirio di onnipotenza. Come si vede il Patriarcato centra ben poco! E allora perché si sta ricorrendo a questo fuorviante cavallo di battaglia ? Si può spiegare solo perché si vuole strumentalizzare il caso Giulia per sferrare un attacco alla cosiddetta famiglia “tradizionale” che si considera erroneamente patriarcale. Affondo ideologico alla destra che governa rea di volerla difendere! Sono si femministe feroci come Valentina Fonte, ma anche ideologie che osannano e mitizzano la fluida famiglia “Ellenistica” terribilmente patriarcale.Si sta parlando di caricare la scuola del compito di fare educazione sentimentale. Io credo che questo si possa fare facendo studiare meglioPaolo e Francesca di Dante, Giulietta e Romeo di Shakespeare, fare ammirare Amore e Psiche di Canova, i baci di Klimt o di Munch. Far gustare ai giovani come l’amore sia la quint’essenza della bellezza.
Per fortuna questo soggetto ha sempre meno spazione nella politica e nel dibattito materano, ricordiamo le sue battaglie anti aborto e contro le famiglie omosessuali, un uomo che pretende di “comandare” sul corpo delle donne, un esempio perfetto di patriarcato!
per fortuna che non comandano quelli che non sono nemmeno un grado di comprendere un testo scritto, tipo questo Michele qui sopra. purtroppo essi votano e il rischio che tornino a comandare è concreto. è dovere di tutti i lucani pensanti sbarrargli la strada