Morte immigrato e rivolta al Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, Ferrone (PD): “Cpr va chiuso subito”. Di seguito la nota integrale.
“”Abbiamo sulla coscienza la morte nel Cpr di Palazzo San Gervasio di un giovane migrante.
E’ necessario fare chiarezza e piena luce su quello che è accaduto e che ci si adoperi per chiudere questo centro e per evitare altri epiloghi di questo tipo”. Lo sostiene Carmine Ferrone (Pd), vice presidente della Provincia di Potenza aggiungendo che “i disordini e le proteste dopo la morte del giovane – dal 24 maggio scorso nel Centro e che alcuni giorni fa aveva tentato di suicidarsi ingerendo alcuni pezzi di vetro – avvengono a pochi giorni dall’apertura in Albania dei centri di accoglienza che avrà un costo di 653 milioni in 5 anni. La spesa prevista per la gestione ammonta a 30 milioni, gli oltre 600 milioni rimanenti servono dunque a finanziare altri aspetti dell’operazione.
E tra le spese si trovano 252 milioni di euro per trasferte dei funzionari ministeriali.
Al di là dei costi dell’operazione la gestione di queste strutture in uno stato estero non appartenente all’Ue è del tutto inspiegabile ed ingiustificabile. Questo governo riesce solo a fare propaganda sulla pelle dei migranti ma è evidente che il governo Meloni non è riuscito, visti i numeri, ad affrontare il problema. In ogni caso i Cpr sono assolutamente inadeguati per essere quello che dovrebbero essere, cioè strutture di passaggio. Quei centri sono solamente da chiudere, mentre il governo ne vuole costruire di nuovi. Per Palazzo San Gervasio la chiusura- afferma Ferrone – è ancora più urgente e necessaria dopo l’inchiesta giudiziaria dei mesi scorsi con avvisi notificati a 26 persone, tra medici, gestori, avvocati e agenti delle forze dell’ordine e dopo le parole del Procuratore della Repubblica Curcio secondo il quale «dai primi accertamenti, al Cpr non si è in linea con lo standard di sicurezza della salute che sia degno di uno Stato civile».
Cosa dobbiamo aspettare ancora? Non basta di certo “seguire il caso con la massima attenzione” per tacitare la coscienza e lavarsene le mani”.