Dopo la morte della migrante nigeriana nell’ex Felandina di Metaponto si registra l’intervento del coordinamento regionale di Sinistra Italiana Basilicata: “La Felandina è una vergogna italiana”. Di seguito la nota integrale.
Quando si afferma che il nostro è un Paese accogliente, si dice una mezza verità. In realtà il nostro era semplicemente un Paese tollerante. Un Paese che tollerava la presenza di migranti sul territorio italiano perché funzionali allo sfruttamento lavorativo. In quali condizioni vivessero però non è mai interessato a nessuno. Ecco spiegato il “ghetto della Felandina”, uno dei tanti ghetti italiani, dove vivono in condizioni disumane centinaia di persone (uomini, donne e bambini). “Agglomerati urbani di fortuna”, baracche prive di acqua, luce e servizi igienici, creati da chi lavora ore ed ore nelle nostre campagne senza alcun diritto e con paghe ridicole. Tutto questo nella totale indifferenza e impotenza dello Stato e della Regione, istituzioni incapaci di garantire il rispetto minimo dei diritti umani.
L’incendio scoppiato nel ghetto della Felandina che ha portato alla morte di una giovane donna di origine nigeriana è solamente l’ultima tragedia in ordine di tempo che si consuma nella nostra civilissima nazione. Una delle tante tragedie che poteva essere scongiurata se solo in questi anni si fossero messe in campo reali politiche di accoglienza e di rispetto dei diritti delle persone.
Purtroppo, per anni la politica ha preferito ignorare queste realtà, facendo finta che quelle persone non esistessero e che questi problemi non fossero degni di attenzione.
Nel frattempo il clima politico si è inasprito e incattivito passando dalla tolleranza forzata alla totale intolleranza di larghe fasce della popolazione e della politica rispetto a queste persone.
Con il tempo le parole d’ordine in tema di migrazione si sono caricate di odio e di disprezzo e la politica ha lasciato spazio alla demagogia.
Gli errori del passato e gli errori del presente generano purtroppo mostri ma soprattutto offre alibi alla politica per non affrontare con serietà i problemi. Il dramma di questa assurda situazione è che a fare le spese di tutta questa brutalità sono gli esseri umani che continuano a morire, in mare come sulla terra ferma.