In vista della seduta pomeridiana del Consiglio Comunale di Matera in cui sarà discussa la mozione di indirizzo a firma dei consiglieri Salvatore, Paterino, Nicoletti, Stigliani e Gianfranco De Palo per la richiesta di un contributo straordinario alla Regione Basilicata per la città di Matera di 25 milioni di euro riceviamo e pubblichiamo il contributo sul tema dell’ex sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri.
Matera non ha bisogno di elemosine compensative, ma deve rivendicare alla Regione Basilicata il sostegno ai suoi strategici progetti di futuro.
Nel lontano 1992 fui invitato a partecipare ad un gruppo di lavoro guidato dall’allora Direttore dello Svimez Salvatore Cafiero.
Si approfondì e si discusse della riqualificazione urbana nel Mezzogiorno partendo dal presupposto che i sistemi urbani rappresentano le principali infrastrutture di uno sviluppo fondato sull’innovazione continua e sul progresso tecnico accelerato.
Il punto più significativo del nostro lavoro fu il riconoscimento che, in un contesto di crescente apertura delle economie nazionali ed internazionali, le ipotizzate trasformazioni esaltavano il ruolo che le città giocano nel definire le prospettive e la qualità dello sviluppo.È un ruolo che non dipende più, né principalmente, dalla loro dimensione o dall’ampiezza dei territori su di esse gravitanti, bensì dalla loro capacità di acquisire vantaggi competitivi nel richiamare e svolgere funzioni innovative, direzionali, di produzione, di conoscenza, di servizi di alta e articolata specializzazione, di connessione con le altre reti urbane e metropolitane.
Le città vannoconsiderate, quindi, come le principali infrastrutture di uno sviluppo sempre più fondato sulla conoscenza, sulla cultura, sulla innovazione continua e sul progresso tecnico accelerato.
Pur nelle bufere politiche e sanitarie che hanno avvolto la sindacatura, durante il mio mandato ho cercato di attuare questa strategia, ancora attualissima, declinata nelle frasi: “trasformare i vicinati contadini in vicinati digitali” e “Matera città sapiens”, puntando su industrie “pensanti” e non su quelle pesanti.
In questa visione, in data 1 novembre 2019, il MinistroProf. Giuseppe Provenzano inaugurò i locali dell’HubComunale di San Rocco predisposti per accogliere 11 imprese tecnologiche ed una sezione autonoma del CNR. In data 11 dicembre 2019, grazie anche l’impegno dell’On. Mariella Liuzzi, venne sottoscritta un convenzione con il MISE per istituire in Matera, con una dote di 15 milioni di Euro, la Casa delle Tecnologie emergenti. In data 4 agosto 2020 venne firmato l’accordo di collaborazione tra Comune di Matera, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Politecnico di Bari ed Università della Basilicata, per la realizzazione del progetto scientifico della Casa delle Tecnologie emergenti da realizzare in Via Ettore Majorana per destinare l’adiacente vasta area comunale a “Giardino delle Tecnologie” gestito dall’Unibas.
Con tali iniziative Matera si candidava a centro di eccellenza tecnologico per dimostrare, prima città del Sud, il vincente teorema secondo cui la nuova autonomia economica del Mezzogiorno passa dalla costruzione di un forte rapporto tra identità e tecnica, tra autenticità ed innovazione.
La sfida di Matera era quella di una “identità” che produce sviluppo. E Matera era pronta a costruire il prototipo di tale azione economica, proprio per la raggiunta reputazione internazionale, per la sua ineguagliabile autenticità e per essere un luogo che naturalmente sprigiona energie e nutre ispirazioni.
Nello stesso tempo veniva avviata la attivazione delle officine della cultura per potenziare la riconosciuta vocazione di “Città sapiens”.
Le quattro scuole di alta formazione (ICR, ISIA, Centro Sperimentale di Cinematografia e Residenze artistiche del MIC) erano i presidi sapienti che, in alleanza con il DICEM dell’Unibas, avrebbero arricchito la città di energie creative provenienti anche dall’estero. La finanziata foresteria comunale di Via Montescaglioso (ex Convitto Nazionale poi ex Provveditorato agli Studi) avrebbe dato comoda ospitalità, a prezzi calmierati, aduna vivificante massa giovanile (oltre 200 presenze annuali).
I cittadini e le cittadine possono valutare cosa ha prodotto la discontinuità amministrativa inaugurata il 3 ottobre 2020, con l’insediamento del nuovo governo municipale.
Di fronte a dolorose “distrazioni” o a ruminanti “rivisitazioni” quello che non può essere indebolito è il ruolo che Matera, dentro e fuori la Basilicata, deve ancora esprimere.
Per tale motivo, in riferimento al generoso contributo di 40 milioni di Euro assegnati al Comune di Potenza, nell’instaurato rapporto di forza con la Regione Basilicata, non è coerente chiedere risorse finanziarie bensì pretendere il rafforzamento di tale ruolo.
Sono sempre stato dell’avviso che bisogna rivendicare ciò che serve e non ciò che manca ed oggi a Matera servono spazi di produzione economica con le conseguenti ricadute occupazionali, inseriti in un contesto qualificato di servizi e di mansioni poiché ciò che veramente serve a Matera è il lavoro, e il lavoro non si inventa, è figlio della crescita economica e della produttività di un territorio.
Occorre dunque pensare a Matera come impresa fondata sulla conoscenza, sulla innovazione continua, sulla cultura e sul progresso tecnico accelerato nei suoi settori portanti.
Alla Regione va chiesto, quindi, il rispetto delle vocazioni e dei ruoli della città perché Matera con i vantaggi competitivi acquisiti, possa svolgere concretamente le funzioni innovative, direzionali, di produzione, di conoscenza e di servizi, portando al centro di ogni progetto il lavoro, quale antidoto allo spopolamento e all’invecchiamento della popolazione.
Di qui la necessità di rafforzare il ruolo dei servizi regionali, restituendo alla città gli uffici impudentemente trasferiti nel capoluogo regionale; riportando in Matera la presenza naturale della Film Commission regionale, tenuta cinicamente in unosterile esilio potentino; indicando l’asse Valle del Basento – Melfi come area per ospitare le filiere di ricercae di produzione legate al progetto della “Hydrogen Valley”, così come peraltro suggerito dal Presidente della Confindustria Lucana;eleggendo la Val Basento, storico spazio industriale di Matera, ad area di convenienza localizzatrice di strutture produttive ultimando il collegamento alla rete idrica dell’invaso diMonte Cotugnoin modo da fornire alle imprese, quale assoluto vantaggio competitivo,quattro metri cubi di acqua al secondo; pretendendo come priorità regionale la creazione di un inedito ecosistema economico produttivo ed occupazionale rappresentato dalla istituzione della prima zona economica speciale europea della cultura ove ospitare le industrie culturali e creative, così come riconosciute ed elencate dalla recente legge statale (L. 27/12/ 2017, n. 205, art. 1, c. 57).
In un recente autorevole documento redatto da ANIMI, SVIMEZ, CNIM e ARGE, dal titolo “Un progetto di sistema per il Sud in Italia e per l’Italia in Europa”, consegnato al Presidente Draghi, Matera è considerata tra i nuovi attrattori strategici del sistema Sud per la riconosciuta funzione di “baricentro del Mezzogiorno continentale” e per essere “focus attrattore e diffusore delle nuove culture di un ‘Ecosistema (o ‘ZES’) della Cultura e dell’Innovazione Digitale’. Bypassato il pericolo di un esiziale isolamento e proseguendo il processo già avviato con il riconoscimento europeo per l’anno 2019, si potrà coerentemente sviluppare e ampliare il suo disegno di consolidamento e di sviluppo; integrando in esso – nel rigoroso rispetto dei suoi valori storici, anzi, esaltandoli nei loro accostamenti – innovativi modelli insediativi di forme e di stili di vita, interconnessi organicamente fra loro nella multifunzionalità interattiva di ‘Benessere, Residenzialità, Lavoro, Ospitalità /Turismo/Tempo Libero, Studio, Ricerca, Salute’. In tal modo Matera definirà e consoliderà organicamente la sua vocazione all’innovazione civile, culturale, scientifica, tecnologica, produttiva – autentica ‘Innovazione Umana’ – esaltandola con la valorizzazione di un patrimonio esistente internazionalmente riconosciuto”.
L’area più coerente per ospitare queste fabbriche della conoscenza è risultata quella del dismesso “Pastificio Padula” la cui coerente rifunzionalizzazionediverrà un ulteriore vantaggio competitivo perché “esprimere lavoro” in una “bella” fabbrica diviene un valore aggiunto nella scelta dell’investimento.
A cascata, una volta attuato questo “ecosistema” (Zes) della cultura, vanno confermati e programmati alcuni appuntamenti periodici quali, per esempio, l’assise annuale di Matera quale Capitale mondiale dell’audiovisivo (come avvenuto nei giorni 7-10 luglio 2021) el’appuntamento biennale del festival europeo dell’economia delle industrie culturali e creative in collaborazione con l’AICC (Associazione Imprese Culturali e Creative).
È sulla costruzione di questi presidi produttivi e di queste alleanze promozionali che occorre pretendere il sostegno istituzionale e finanziario della Regione Basilicata.
Ancora, per non svilire il momento di forza nei confronti della Regione non si deve rivendicare danaro ma il superamento storico dell’isolamento materano ponendo al primo posto nella programmazione regionale la trans-collinare Murgia – Pollino, interessante il tratto Matera – Ferrandina, e la continuazione della Ferrovia dello Stato dalla stazione di La Martella a quella di Gioia del Colle, in previsione della alta velocità che tra poco godrà il raccordo ferroviario Taranto – Bari. Quest’ultima urgente, necessaria ed essenziale scelta collegherà finalmente Matera alla rete nazionale ferroviaria, mettendo fuori gioco e nel dimenticatoio leF.A.L., rappresentative di umilianti ricordi, anche attraverso la realizzazione della Metrotranvia dei Sassi.
Su questi binari, dunque, deve correre il treno del futuro della città non certo inciampando nella ricostruzione di un nuovo canile, nella ordinarietà delle manutenzioni delle strade, dei marciapiedi e del verde oinindefinite emergenze sociali.
Esistono altrestazioni ove catturare i soldi della ordinarietà edella emergenza energetica e sociale; per catturarli bisogna solo intessere rapporti con le centrali di spesa governative romane (CIS, FSC, ecc.) e consumarsi le suola delle scarpe per compiere il caparbioe “prensile” pendolarismo con Roma Capitale.
A breve saranno disponibili le risorse dei fondi europei (PO FESR) per circa 40 milioni di Euro; su tale disponibilità finanziaria vanno, quindi, predisposti i necessari progetti gestionali e funzionali della città.
Matera non ha bisogno di elemosine compensativedalla Regione Basilicata; deve pretendere solo rispetto del ruolo conquistato, un sano equilibrio territoriale in materia sanitaria ed universitaria e politiche attive per poter esprimere produzione e lavoro.
Raffaello de Ruggieri, già Sindaco di Matera