Il Gruppo Consiliare del PD alla Provincia di Potenza Antonio Rizzo, Vincenzo Bufano e Rocco Pappalardo hanno presentato una mozione sull’autonomia differenziata alla Provincia di Potenza. Di seguito la nota integrale.
Il capogruppo PD in Consiglio provinciale, il consigliere Antonio Rizzo, ha presentato nella giornata del 29 Marzo 2023 una mozione da approvare nella prossima riunione del Consiglio Provinciale di Potenza, a nome del gruppo PD e firmata anche dai consiglieri Bufano e Pappalardo con la quale si esprime:
1) “la contrarietà rispetto al Disegno di Legge sulla “Autonomia Regionale Differenziata “elaborato dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, che ulteriormente divide la Repubblica italiana, aumentando fortemente le differenze tra Nord e Sud ed in particolare mettendo in seria discussione la Costituzione italiana e di conseguenza la tenuta sociale del Paese;
2) la forte preoccupazione della Provincia di Potenza Gruppo Consiliare Partito Democratico come amministratori del Mezzogiorno d’Italia che la forzatura e la precipitazione in atto sul tema della autonomia regionale differenziata possa tradursi in una ulteriore penalizzazione delle regioni meridionali e con un aumento del divario sul terreno socio-economico fra il Nord ed il Sud del Paese;
3) di ritenere che il rischio di approfondimento delle differenze territoriali fra Nord e Sud Italia sia, per altro, in forte contrasto con gli indirizzi e gli obiettivi delle politiche europee ed in particolar modo del PNRR dopo il dramma della pandemia da Covid-19;
4) di fare appello al Parlamento Italiano perché avochi a sé la discussione sulla “autonomia Regionale Differenziata”, quale organo rappresentativo dell’intero popolo italiano e garante di quella Unità nazionale affermata nella Carta Costituzionale”.
Il presupposto, sostengono i Consiglieri provinciali del Pd è che l’autonomia differenziata “è una questione che coinvolge in pieno, il ruolo ed il funzionamento dello Stato, che investe i principi delle politiche pubbliche, i diritti di cittadinanza e che quindi non si può liquidare con una sorta di trattativa prinvata fra il Presidente di una regione ed il Presidente del Consiglio o il ministro delegato”.