Mutamenti a Mezzogiorno Città Plurale in una nota lanciano idee per il futuro della città di Matera.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione
Pensiamo che il futuro delle città medio piccole come la nostra si giocherà molto sulla capacità di saper cogliere le priorità strategiche contenute nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile approvato dalle Nazioni Unite nel 2015.
Il nostro Paese, e in particolare la UE, ha svolto fin dall’inizio un ruolo di primo piano contribuendo a questo processo, ed è ora impegnato a portare avanti tale Agenda.
Nella relazione di insediamento la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha dichiarato che: “Oggi il mondo appare sempre più instabile… I cambiamenti climatici, tecnologici e demografici stanno trasformando le nostre società e il nostro modo di vivere, diffondendo un sentimento di scontento e d’inquietudine in molte comunità della nostra Europa. Nei prossimi cinque anni dovremo lavorare insieme per dissipare le paure e creare opportunità. L’Europa deve guidare la transizione verso un pianeta in salute e un nuovo mondo digitale. Ma per farlo deve unire le persone e adeguare la nostra economia sociale di mercato unica alle nuove ambizioni dell’epoca attuale.”.
Questi orientamenti politici, secondo la presidente della Commissione, si concentreranno per i prossimi cinque anni sui seguenti temi: per una Europa Green; per un’economia che lavora per le persone; innovazione digitale; un nuovo slancio per la democrazia. I prossimi fondi di coesione, necessari a sostenere i territori e le città del sud, avranno queste caratteristiche.
Un piano di investimenti per un’Europa sostenibile, costruito su valutazioni dell’impatto sociale, economico e ambientale, così da garantire parità di condizioni e stimolare innovazione, sana competitività e occupazione. Grande attenzione dunque alla tutela e allo sviluppo delle aree interne e rurali, alla qualità dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, al cibo che consumiamo, alla sicurezza dei prodotti che utilizziamo. Piani ed azione a sostegno dell’economia circolare, che ci aiuteranno ad usare le risorse in modo sostenibile, in particolare nei settori che ne fanno un consumo intensivo, come accade nel mondo dell’edilizia, per cui diventa fondamentale arrestare il consumo di suolo, segnando con una linea rossa intorno alla città consolidata, oltre il quale non sarà più possibile espandersi, per poi concentrarsi sulla rigenerazione e la riqualificazione urbana.
Si tratta di un programma ambizioso che parla di traguardi che hanno a che fare con l’equità e diritti sociali. Sostegno alle piccole e medie imprese, ma nello stesso tempo garantire condizioni e salari dignitosi ed equi a tutti i lavoratori. Dando valore al dialogo sociale tra organizzazioni datoriali e sindacali. Non mancano i temi a sostegno dell’infanzia e dei giovani, che davvero rappresentano il futuro delle nostre comunità. Politiche a favore di una scuola inclusiva in grado di offrire istruzione e opportunità di cui i ragazzi hanno bisogno per realizzarsi (penso ad esempio al Fondo sociale europeo Plus, si tratta di investimenti utili per migliorare la qualità e l’accessibilità dei sistemi di educazione e cura della prima infanzia). Una Unione all’insegna della parità. Per infrangere il «soffitto di cristallo» l’Unione pensa ad una rappresentanza equilibrata di donne e uomini nelle istituzioni, nei consigli regionali, comunali e negli enti strumentali. Parità di genere che è possibile garantire negli esecutivi e negli incarichi dirigenziali. La violenza di genere rimane una realtà terrificante. Prevenire la violenza domestica, proteggere le vittime promovendo reti di protezione e sostenendo nelle periferie i centri antiviolenza. “Più voce in capitolo per gli europei “afferma la presidente neo eletta Ursula Von der Leyen “Essi dovrebbero svolgere un ruolo guida e attivo nel definire le nostre priorità e il nostro livello di ambizione”. Rafforzare le democrazie offrendo maggiori spazi di partecipazione ai cittadini nei processi decisionali. Occorre accrescere la trasparenza nei processi deliberativi in tutte le sue fasi. Gli orientamenti politici presentati dalla Von der Leyen costituiranno la base del primo programma pluriennale in fase di approvazione.
Sul piano locale, per le prossime elezioni amministrative, una coalizione progressista di sinistra non può che partire da questi riferimenti programmatici. Tutela delle risorse (ambientali, storiche, culturali), sostegno all’economia green, mobilità sostenibile, politiche di genere, welfare e inclusione sociale, servizi a sostegno dell’infanzia, politiche giovanili, istruzione e università, democrazia e partecipazione…ecc. Sono tutte azioni di competenza diretta o indiretta degli enti locali. Una amministrazione che riduce il proprio patrimonio culturale in un grande parco dei divertimenti dell’antico (di giorno) e dormitorio (di notte); che nega il diritto dell’abitare nei luoghi di eccellenza (nonostante l’imponente patrimonio pubblico); che consuma le proprie risorse ambientali lasciando alla rendita speculativa campo libero di operare senza regole ( un piano casa che di fatto ha favorito l’intensificazione urbana e la rendita, la deregulation e la negazione dei piani urbanistici, immiserendo in pochi decenni la dimensione pubblica e collettiva degli spazi urbani). Una amministrazione che permette la realizzazione di una residenza sanitaria assistita per anziani nella zona industriale, segnala tutta la sua ignoranza sull’importanza della dimensione relazionale e ambientale; che riduce i fondi di bilancio sugli asili nido invece di aumentarli; che non fa nulla sulle politiche di genere (la nostra è una città ricca di contenitori pubblici che non trova spazio per un centro antiviolenza). Una amministrazione che da decenni non è più in grado di dare risposte ai bisogni abitativi delle classi meno abbienti (case popolari, gli interventi più significativi risalgono agli anni ottanta). L’edilizia popolare è scomparsa dall’agenza delle priorità della pubblica amministrazione, per molto tempo i politici hanno pensato che il problema potesse essere risolto dal cosiddetto mercato (l’ultimo bando per poche decine di appartamenti hanno visto la partecipazione di oltre 400 famiglie). Una amministrazione che non sa cosa sono i servizi di prossimità, necessari alle periferie e al centro storico (basta analizzare gli investimenti di MT2019, la scarsa innovazione e qualità dei lavori pubblici); che nega spazi sociali e culturali di base (centri socio educativi, piccoli teatri di quartiere, ecc.); che privatizza gli standard urbanistici e che confonde gli interventi di rigenerazione urbana con il rifacimento di marciapiedi, asfalto e, nella migliore delle ipotesi, interventi di street art (che sembrano rispondere più ad una ideologia del decoro più che ad una critica sullo stato di abbandono delle periferie). Una amministrazione che nega la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali di governo della città (vedi la vicenda dei comitati di quartiere), che si rappresenta in tutte le sue articolazioni al maschile. Tutto questo non ha reso un buon servizio ai cittadini e quel che è peggio lascia una pesante eredità alle future generazioni. Una amministrazione incapace di imporre un cambio di passo sui lavori pubblici relegando i progetti nelle mani di un apparato tecnico amministrativo che ha sempre dimostrato scarsa disponibilità al confronto e all’ascolto, abituato ad agire sullo spazio pubblico con un approccio privatistico. Eppure questa città è piena di episodi di buona architettura che ha saputo immaginare e dare forma a edifici e quartieri che rispondono (nonostante il tempo che passa inesorabile) ad esigenze sociali e politiche, creando spazi urbani a dimensione umana e collettiva. Per non percorrere gli stessi errori del presente-remoto è necessario alzare lo sguardo ed affermare una visione (olivettiana) moderna ed inclusiva del futuro al passo con le migliori esperienze di buon governo di comunità.
Mutamenti a Mezzogiorno e Città Plurale, da anni impegnate sui temi della città, auspicano la costruzione per le prossime elezioni comunali di un fronte progressista e di sinistra, capace di segnare una forte discontinuità con quanto è accaduto negli ultimi decenni. Investire su una nuova classe dirigente, sostenuta e valorizzata da donne e uomini con esperienza politica indirizzata verso il bene comune, rappresenterebbe una vera e sostanziale novità. E’ importante che il dato di rinnovamento sia leggibile nelle diverse liste che coopereranno in questo schieramento. Questo significa liberare il campo dalle incrostazioni che hanno accompagnato la rappresentanza nelle istituzioni.
Significa liberarsi dei tanti portatori di interessi e dei loro pacchetti di voto. Si tratta di costruire una offerta politica chiara sotto il profilo programmatico e politico. Più giovani donne e uomini, più competenze, meno zavorre.
Febbraio 2020