La riforma del lavoro “è un vero e proprio bluff e non quel successo che il governo Renzi va propagandando perché, come confermano i dati ufficiali dell’Istat di fine mese, la disoccupazione aumenta ma anche perché le assunzioni sono state possibili grazie alla Legge di Stabilità che ha sottratto alle Regioni del Mezzogiorno ben 3,5 miliardi di euro di fondi del Piano di Azione Coesione in modo retroattivo”.
A sostenerlo è il capogruppo di Forza Italia Michele Napoli sulla scorta dei dati diffusi oggi dalla Svimez secondo cui, negli anni 2011-2015, un lavoratore assunto a tempo indeterminato al Sud risulta costare circa 550 euro in più rispetto ad uno del centro-nord.
L’esponente di Forza Italia ha poi rivolto lo sguardo alle diverse manovre di modifica dell’Irap che, nell’ultimo quadriennio, hanno ridotto il costo del lavoro al centro-nord di 2.592 euro ed al Sud di 2.263 mentre il dato riferito al 2015 ha visto la riduzione del costo del lavoro di 8.362 euro al centro-nord e di 8.144 al sud.
“I conti non tornano perché i posti fissi in più non sono nuova occupazione, bensì occupazione sostitutiva, trattandosi nella quasi totalità dei casi di riconversioni di vecchi contratti; il problema è quel che accadrà nel momento in cui verranno meno le risorse per la decontribuzione delle nuove assunzioni per le quali il governo ha stanziato solo 1,9 miliardi, con un limite di 8.060 euro per ogni unità”.
Poi la stoccata sull’utilizzo dei fondi Fas, che avrebbero dovuto favorire la crescita socio economica del mezzogiorno con interventi finalizzati al superamento del divario esistente tra le due diverse aree del Paese in comparti fondamentali quali le infrastrutture scolastiche, la banda larga, l’ammodernamento degli assi viari, la competitività del sistema produttivo, garantendo allo stesso innovazione e ricerca attraverso la valorizzazione del capitale umano, e la digitalizzazione del sistema giudiziario.
Sul punto l’esponente di Forza Italia ha voluto sottolineare la scelta del Governo che “ha dirottato le risorse per i coprire i costi del taglio del cuneo fiscale ed ha così favorito soprattutto le imprese del Nord del Paese”.
“Il Governo Renzi – ha precisato Napoli – offre alla opinione pubblica quella che è la fotografia plastica di un modello di sviluppo che penalizza ed esclude il Mezzogiorno, mortificando l’ansia di riscatto soprattutto delle nuove generazioni che pretendono identiche condizioni proprie di altri contesti territoriali per esprimere appieno le proprie potenzialità”.
“La voce Mezzogiorno è letteralmente scomparsa dall’agenda del Governo; la cancellazione di tutte le agevolazioni della legge 407/90 volte ad incentivare le assunzioni e gli appena 60 milioni di euro destinati al potenziamento ed ammodernamento delle reti ferroviarie contro i 4.799 destinati al Nord del Paese – ha ribadito il Capogruppo di Forza Italia – sono dati inequivocabili”.
“Altro che coesione territoriale e preoccupazione per la tenuta civile e democratica della società meridionale, affermazioni che hanno il solo effetto di uno slogan – ha concluso Napoli – considerata la cifra irrisoria destinata al Mezzogiorno, che è parte rilevante del patrimonio storico, architettonico e paesagistico italiano, per la valorizzazione dei beni culturali e per la promozione del territorio rispetto ai 5,5 miliardi di euro che l’UE ha destinato al comparto della cultura che saranno di fatto a totale appannaggio del solo settentrione d’Italia”.