Nicola Locuratolo: “In difesa del doppio binario Termoli-Ripalta ed in difesa del “Fratino”. Di seguito la nota integrale.
Rispondendo ad un articolo “Termoli – Lesina, altro che “Fratino” su “Gazzetta del Mezzogiorno, con un linguaggio tecnico, ma oscuro per i più, espongo il mio chiaro pensiero ed osservo quanto segue:
Partendo da Rimini, alla cui spalle si erge la San Marino,c’è il Fiume Conca a Cattolica, il Fiume Foglia a Pesaro, il Fiume Metauro a Fano e, tralasciando il Cesano ed il Mise, ci sono il Masone ed il Potenza a porto Recanati, il Chienti a Civitanova Marche e, tralasciando il Tenna e l’Aso, c’è il Tronto a Porto d’Ascoli ed il Pescara a Pescara.
Da Pescara a Termoli ci sono il Sangro che, ricco di trote nel suo corso superiore, scende dal P.N.A. (Parco Nazionale d’Abruzzo), il Trigno che porta le acque che scendono dal versante orientale del Matese ed il Biferno che “chiude” a Sud la cittadina di Termoli.
In appena 303 km di linea ferroviaria si “saltano” ben una ventina di fiumi che guadagnano la segnalazione sulla carta geografica dell’Aci a scala 1:1.500.000 e con tanti e tanti corsi d’acqua minori, mentre sembra che da Campomarino e Marina di Chieuti (trentadue chilometri) esista una tale sacca di “sabbie mobili”di indefinite dimensioni e volumi che rendano impossibile un tale ampliamento ed, essendoci anche il “Fratino” si renda opportuna una tale “Variante” Termoli-Ripalta.
Qui occorre ora e proprio ora, una risposta chiarificatrice circa l’opportunità e meglio la “necessità” della Variante verso Ripalta per l’incompatibilità di carico della linea ferroviaria di A.C. con la conseguente imposizione di vincoli di inedificabilità dei luoghi suddetti.
Dagli studi geologici prodotti da due valenti geologi Dr. Michela De Salvia e Dr. Modestino Mancini, si desume che tutto il territorio è un enorme e stratificato libro di accumuli sabbiosi ed argillosi con qualche piccola stratificazione di arenarie grossolane con piccole presenze di ciottoli di provenienza fluviale tra loro interfacciati da fogli di flysc, l’impalpabile lubrificante che provoca, in Lucania, la “lacrimazione” delle argillose colline di Craco, il paese “fantasma”.
E questa stratificazione è anche in acqua, in mare e già subisce quindi la continua azione erosiva della corrente lungo la costa con direzione nord-Sud.
Il fenomeno erosivo della costa è già in atto e, ogni qualvolta viene portato a contatto della corrente discendente costiera Nord-Sud un foglietto di materiali fliscioidi questo viene con subitaneità dissolto e procede conseguentemente l’aggressione con geo-tropismo positivo e cioè ogni granello di sabbia viene spostato un po’ più in basso.
Questo processo è inesorabile ed ineluttabile.
Ed allora, invece che attendere i primi segnali della erosione costiera è proprio opportuno cominciare fin da ora a porre in atto quanto può rivelarsi utile a contrastare tale disastroso fenomeno generalizzato su tutte le coste sabbiose d’Italia.
E’ opportuno allora porre in atto rimedi preventivi che posizionati su diversi terrazzamenti provvedano a ” fissare” il fondale marino in lenta o rapida movimentazione.
Tali strutture sono le ” Eco-strutture poli-funzionali per bio-architettura dei fondali marini instabili” ed in fase regressiva.
Laddove il mare avanza, sarà sempre inarrestabile finché non lo si contrasterà con la sua stessa arma: la sabbia.
Ed allora, in vista di una futura erosione della costa, possiamo essere, e dobbiamo essere lungimiranti e guardare al futuro; solo, così facendo, salvaguarderemo la nostra costa, bloccando il trasporto dilavante della sabbia ad opera delle corrente marina, fissando il profilo di costa e non alterando più di tanto anche l’ambiente del “Fratino”.