Nino Carella, titolare del blog “L’Altra opinione”, esprime le sue considerazioni su Roberto Speranza, capogruppo del PD alla Camera dei Deputati nel Governo delle “larghe intese”, che ha messo insieme PD, PDL e Scelta Civica con Monti per l’Italia. Di seguito la sua nota
Roberto Speranza. L’amaro Lucano.
Non conoscevo Roberto Speranza. E’ lucano come me, ma sono stato fuori dalla mia regione per 15 anni. Ho salutato quindi come un fatto positivo che un giovane lucano abbia scalato i gradini della politica per arrivare al vertice, diventando addirittura Capogruppo del mio Partito alla Camera dei Deputati.
Poi l’ho conosciuto. Non di persona, ma attraverso le sue dichiarazioni e i suoi atti politici, come tutti. E ho capito che è stato l’uomo giusto al momento giusto. Infatti è un politico giovane, nuovo, perfino meridionale. L’identikit perfetto per una Legislatura che comunichi: Cambiamento!
Diciamo però che anche un impiegato del catasto al suo posto avrebbe potuto fare discretamente il suo stesso lavoro, a patto di possedere gli stessi requisiti. Roberto Speranza si comporta e comunica come il più grigio dei burocrati, come il più fedele dei soldati, stoicamente a difesa dell’indifendibile condotta politica degli ultimi due mesi. Praticamente è il nostro Sandro Bondi. Bella roba, non pensavo ne avessimo. Invece…
Non mostra avere uno straccio di idea autonoma, di obiettivo politico, se non quelli che gli vengono caricati di volta in volta, come un computer che può essere programmato a piacere del suo proprietario.
E quindi, chi è il proprietario di Roberto Speranza? Ce lo dica, una buona volta. Anzi no. Non ce n’è bisogno. Lo capiamo da noi.
Oggi viene catapultata sulla mia bacheca virtuale il link ad un’intervista del nostro, nella quale, con acume politico e dimostrata conoscenza della storia italiana degli ultimi vent’anni, Robertino perentoriamente chiede: “il Pdl deve chiarire se intende mettere al primo punto gli interessi dell’Italia o quelli giudiziari di Berlusconi.”
Sono saltato dalla sedia. Devo aver letto male: cioè, abbiamo ingoiato e contestato decine di leggi vergogna, ingerenze della politica negli affari della magistratura, rischiato la sovversione della divisione dei poteri, e ancora ci stiamo chiedendo se il PDL tiene più a Berlusconi che all’Italia?
Non può essere, mi sono detto. Dev’esserci dell’altro. Evidentemente, ho concluso, all’atto di fare il governo, il PDL deve aver giurato di rigare dritto, e Roberto comincia ad avere il sospetto che qualcuno deve aver fatto le corna di nascosto, inficiando la promessa fondante del patto di governo. Non si fanno queste cose. Occhio che Robertino lo dice alla maestra e fa segnare i nomi alla lavagna.
Poi leggo che Speranza (basta fare ironie sul nome, per favore, abbiamo capito che è un ossimoro) lancia l’avvertimento finale: “Secondo la legge del ’57, Berlusconi non è ineleggibile quindi noi come sempre abbiamo fatto rispetteremo la legge”. Wow! Capolavoro.
Solo che non mi pare che la questione, tutt’altro che pacifica, sia mai stata dibattuta in un’assemblea degli eletti, in un gruppo alla Camera o al Senato, quindi Speranza a che titolo parla? Personale? di capogruppo? di portavoce del proprietario?
Nessuno di questi: hanno solo inserito il floppy (sì lo so, in apparenza sembra un modello più recente, invece va ancora a floppy disk) e lui è partito.
Caro Roberto, se la tua idea di intendere la politica è il nuovo che avanza, quasi quasi rimpiango già la vecchia. E bene fai a spendere la tua verve a Roma, tenendoti lontano dal teatro lucano.
Qui infatti va in scena uno spettacolo deprimente da troppi anni, mi dicono, e gli effetti li vedo tutti coi miei occhi, negli occhi della gente, e segnati sul territorio. Sei la dimostrazione che il ricambio politico non è un fatto generazionale: per la politica si può essere vecchi anche a trent’anni, se il modo di fare politica è questo.
Però la carriera si fa più in fretta.
W il merito, W le idee nuove, W la buona politica. Avanti tutta, Speranza! Tra qualche anno il Quirinale, senza dubbio, ti aspetta!
Nino Carella
Quanta verità….
W il merito, W le idee nuove, W la buona politica. Purtroppo, Sig. Carella, sono cose che non appartengono al PD lucano.