“Il walzer cui abbiamo assistito in questi giorni sulla composizione della Giunta regionale e la nomina del nuovo Capo di Gabinetto della Giunta non è certo quello che auspicavamo come biglietto da visita del nuovo governo regionale”.
È quanto dichiarano il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa e la Giuliana Scarano della Fp Cgil di Basilicata sulla nomina del nuovo Capo di Gabinetto da parte del governatore Vito Bardi.
“In occasione del primo maggio, appena alle nostre spalle – continuano Summa e Scarano – abbiamo evidenziato le tante vertenze che attraversano la nostra regione e che richiedono un impegno immediato della nuova Giunta, di cui aspettiamo la formalizzazione, e del Consiglio che oggi si insedia.
Tutta la querelle nata sul decreto di nomina del Capo di Gabinetto e in particolare il corposo incremento del trattamento economico- incremento del tutto discrezionale e non ancorato a nessun criterio normativo- rispetto a chi ha precedentemente rivestito il medesimo incarico dirigenziale, nel medesimo Ufficio, stride fortemente con le tante urgenze dell’Ente.
Vorremmo ricordare al presidente Bardi – aggiungono Summa e Scarano – che i lavoratori della Regione attendono a oggi il completamento dell’iter per l’attribuzione delle progressioni economiche orizzontali e gli incarichi di posizione organizzativa sono fermi al palo nonostante un confronto che, seppur tardivamente avviato dall’amministrazione, ha visto le organizzazioni sindacali dare la propria disponibilità e responsabile collaborazione per giungere a una regolamentazione che consentisse il conferimento degli incarichi prima della scadenza improrogabilmente fissata dal contratto collettivo nazionale del lavoro al 20 maggio. Tanto allo scopo di evitare che, seppur in assenza di un nuovo assetto macro organizzativo, l’assenza di figure apicali negli snodi organizzativi strategici potesse limitare la piena operatività della macchina amministrativa.
Ma al di là di queste urgenze che intrecciano la valorizzazione professionale del personale con la funzionalità della macchina amministrativa – precisano Summa e Scrano – riteniamo che il nuovo governo regionale debba misurarsi con immediatezza con una profonda riorganizzazione della governance regionale da cui molto del futuro di questo territorio dipende.
L’attuale sistema regionale è indubbiamente il frutto dei processi di riordino istituzionale che, nel segno delle emergenze, hanno caratterizzato questi anni: il sistema delle autonomie locali ha vissuto anni di grande incertezza, con riforme di assetti istituzionali fatte dando per scontato l’esito positivo del referendum del 4 dicembre 2016, il tutto accompagnato da tagli ai trasferimenti, erosione di competenze e blocco delle assunzioni, che hanno scaricato nuove attività e la garanzia dei servizi su un minor numero di personale.
Ecco perché – ribadiscono – bisogna ripartire dalla difesa dei servizi pubblici, puntando ad una riforma istituzionale complessiva, rafforzando la funzione di programmazione e controllo della Regione, completando il processo di riforma degli enti strumentali (Alsia, Arlab, Arpab, Egrib solo per citarne alcuni), scommettendo su unioni di comuni ottimali e gestioni associate che oggi sono lasciate all’opportunità dei singoli amministratori. Uno dei principali problemi è che questi temi non sono mai stati affrontati anche in relazione all’organizzazione del lavoro che si potrebbe avere con una diversa configurazione degli Enti oppure immaginando organizzazioni dei servizi che garantiscono livelli uguali su territori più ampi. E’ evidente che in questo quadro sarà fondamentale scegliere alla guida deli enti interessati figure dotate di elevata competenza e professionalità in grado di accompagnare processi di riforma cosi strategici per la nostra regione.
Auspichiamo – concludono Summa e Scarano – che il governatore Bardi, con la stessa solerzia con cui si è premurato di legittimare il potenziale trattamento economico del nuovo Capo di Gabinetto, a quanto pare già informalmente al lavoro negli uffici regionali, assuma quale priorità quella di delineare e costruire con l’apertura di un confronto con le organizzazioni sindacali un rinnovato modello di governance regionale e territoriale in grado di garantire, attraverso un sistema più snello e privo di duplicazioni, la diffusione dei servizi sul territorio in modo integrato e omogeneo, contestualmente rafforzando il ruolo programmatorio della regione.
Questi sono per noi tasselli fondamentali per le sfide di crescita della Basilicata del futuro”.