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“A venti giorni dalla richiesta di accesso agli atti, la Regione Basilicata non ha ancora messo a disposizione la documentazione relativa alla nomina del nuovo direttore dell’Arpab. Un atteggiamento che alimenta ancor di più i dubbi che avevamo sollevato sui criteri di scelta della nuova guida dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Basilicata”. Lo sottolinea il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“Meritocrazia e trasparenza saranno riportati a Palazzo Verrastro”, aveva promesso il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, all’atto del suo insediamento. “Valori – precisa Summa – che dovrebbero rappresentare il perno di ogni democrazia, ma che a quanto pare questa giunta regionale continua ad ignorare. Se questo atteggiamento di ostracismo dovesse proseguire, chiederemo l’intervento degli organi competenti al controllo.
Quanto sta accadendo non fa altro che aumentare le perplessità che abbiamo espresso sulla nomina di Donato Ramunno alla guida dell’Arpab e sul modus operandi della Regione nella scelta dei vertici degli enti. Dubbi legittimi, sollevati nell’interesse della collettività e di questo territorio. Alla base non ci sono motivazioni personali o di parte, ma solo a tutela dei principi di trasparenza e meritocrazia e della sicurezza sanitaria e ambientale dei cittadini..
La questione sollevata dalla Cgil – precisa il segretario- riguarda la mancata applicazione della legge regionale numero 1 del 2020 di riordino dell’Arpab e dei requisiti necessari per ricoprire il ruolo del direttore dell’agenzia ambientale, richiamati dall’articolo 8 della legge 132 del 2016. Requisiti, quelli di competenza in materia ambientale, esperienza gestionale e responsabilità di risorse umane e finanziarie, che non sembrano emergere dal curriculum di Ramunno. L’Agenzia ha bisogno di un tecnico competente e non dell’ennesima nomina politica.
L’atteggiamento fin qui avuto dalla Regione Basilicata – conclude Summa – dimostra quanta poca trasparenza ci sia. Adesso mi auguro che gli organi preposti ai controlli della legittimità degli atti agiscano. In gioco c’è la democrazia e il rispetto delle norme, che sono il cardine della vita politica e amministrativa”.