Nomine direttori generali esterni, da Corte dei Conti invito a dedurre. Summa (Cgil Basilicata): “Nostre denunce fondate. Serve un cambio di rotta nel rispetto delle regole”. Di seguito la nota integrale.
“Dopo i passaggi fatti nella memoria del procuratore Raeli in occasione del giudizio di parifica del rendiconto regionale, sulla questione delle nomine dei direttori generali “esterni” l’ulteriore conferma di quanto denunciato dalla Cgil arriva con l’invito a dedurre da parte della Corte dei Conti alla giunta regionale”. È quanto precisa il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“Si tratta – continua – del conferimento degli incarichi effettuato dalla Giunta con la Deliberazione del 6 ottobre 2021, ai sensi dell’art. 3 del Regolamento ”Ordinamento amministrativo della Giunta” sul quale avevamo inoltrato a marzo 2021 un esposto alla Corte dei Conti. In quella sede avevamo evidenziato, tra l’altro, che non era definita la modalità di individuazione dei Dirigenti apicali e dei dirigenti degli uffici, nemmeno con riferimento ai principi e criteri direttivi stabiliti dal 165/2001. La norma disciplina, infatti, sia la fase di pubblicazione degli avvisi con la relativa valutazione delle candidature come momenti preliminari alla fase di scelta rendendoli conoscibili in applicazione del generale principio di trasparenza.
Tali principi sono ineludibili – precisa Summa – in quanto costituiscono il presupposto di quella separazione tra potere politico e gestionale che è alla base del nostro ordinamento.
Una scelta che, stante la mancata previa verifica della presenza di professionalità interne, si è materializzata in una sostanziale mortificazione della dirigenza dell’ente privata di ogni valorizzazione. Ma non solo, una scelta sbagliata che ha tra l’altro determinato un aggravio di spesa sul personale che poteva essere evitato.
Le nostre considerazioni e denunce, a quanto pare erano fondate. È necessario un cambio di rotta – conclude il segretario della Cgil lucana – nella direzione del rispetto delle regole, perché la legalità non è una parola vuota da riempire, ma un principio cardine a garanzia e presidio di ogni forma di democrazia. Perché le scelte non si tramutino mai in arbitrio”.