Nomine Regione Basilicata, Lacorazza (PD): “Non ho dato alcuna indicazione”. Di seguito la nota integrale.
Nel contesto discutibile di rinvii, di revisione dei requisiti delle candidature e di una procedura a dir poco forzata rispetto alla legge, da capogruppo del Pd non ho dato indicazioni al Presidente del Consiglio Marcello Pittella che ha proceduto alla nomine con i poteri sostitutivi.
Registro con oggettivo spirito unitario la positiva evoluzione di partiti e/o movimenti che costituiscono l’alleanza che riparte da nuovi equilibri e da auspicabili intese da rinnovare e consolidare nel tempo. Altro che vocazione solitaria. Dalla Provincia di Potenza all’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale fino a queste nomine, il Pd – con un contributo evidente del sottoscritto – abbondantemente primo partito in Italia, nel Sud e in Basilicata, fortemente radicato nelle amministrazioni locali e nella società, segna senza dubbio un passaggio in cui cadono definitivamente anche le strumentali accuse di partito pigliatutto. Un passaggio di fase che anche all’interno del partito obbliga a fare i conti con la politica. Tema già sollevato.
E soprattutto dimostra, al netto di nomine, che ogni giorno il Pd guadagna spazi e consensi, come appare evidente in questi primi sei mesi di legislatura sulla capacità di opposizione e di proposta. Ci pare sia avvertito un passo diverso della minoranza, non solo per ragioni numeriche ma anche per il numero di proposte e di tenuta del confronto nella commissioni e in Consiglio regionale.
Queste nomine segnano anche una evoluzione, e quindi, una consolidamento di un’alleanza che nel tempo, ormai andato, si divideva anche sull’approccio da tenere nel caso di nomine; non vi è più la distanza su un presunto ‘poltronificio’ ma la consapevolezza piena e soddisfatta del legittimo gioco della politica e della sua rappresentanza.
Questo atteggiamento responsabile del Pd – in cui ho messo del mio – aiuta a ricucire anche quel solco etico, o forse a questo punto eticista, che, nella fase pre elezioni regionali, aveva contraddistinto la dialettica tra movimenti, oggi partiti, dell’alleanza del centrosinistra.
In realtà questo approccio aveva anche aiutato l’alleanza a non scivolare eccessivamente sul terreno dei costi della politica e sulla eventuale assegnazione dei risparmi.
Appare abbastanza evidente che il centrosinistra viva una sua evoluzione e queste nomine segnalano un passaggio di fase almeno per due aspetti. Il primo aspetto interroga la natura della alleanza nel cui perimetro il Pd lucano, con tutte le sue difficoltà, non vive, a differenza di altri, una transizione “esistenziale” determinata da fatti nazionali e regionali. E il secondo aspetto è riconducibile a ciò che vi è fuori dal perimetro, per la parte che in Basilicata è con il governo Bardi ma che a Roma continua a dichiararsi contraria al governo Meloni.
Insomma il passo indietro, in particolare del sottoscritto, proprio sul terreno delle nomine, non lascia spazio nel futuro ad argomentazioni strumentali tra le forze politiche del centrosinistra e nel Pd; e se gli orizzonti si renderanno più liberi, per noi si vedrà il sereno e per la destra si addenseranno nubi.
Sono temi che ho sostenuto anche nell’ultima assemblea regionale del Pd e al tavolo del centrosinistra ma che attendono risposte politiche adeguate liberando definitivamente il terreno da strumentalizzazioni utili solo a conservare.
E nei fatti, prima delle elezioni regionali, era chiaro il tentativo di riproporre vecchi schemi ed equilibri dietro qualche simulazione innovativa che appare oggi sempre più angusta; e dopo le elezioni regionali pur di occupare qualche spazio ci si associa cancellando parole e posizioni assunte.
Penso che sia tutto abbastanza chiaro; per me sono ulteriori stimoli per continuare a ripiegarmi sulle politiche e sul merito, avendo preferito fare un passo indietro per unire ed innovare, e a futura memoria per scolpire un passaggio di fase non trascurabile.