“Le mie perplessità e la contrarietà nel metodo e nel merito, esplicitate in commissione e in consiglio, oggi hanno un riscontro ufficiale. Ieri, come ampiamente anticipato e previsto, il Governo si è occupato della Basilicata, impugnando anche la legge n. 30 del 26/07/2021, relativa alle modifiche delle norme in materia di energia e Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale, perché anch’essa in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di fonti rinnovabili, oltre che anticostituzionale.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“Non sono bastate audizioni fiume, il richiamare dati, leggi, riferimenti e regolamenti europei – prosegue il consigliere Braia – per convincere i consiglieri di centro destra, proponenti di questa legge che sarebbe stata inesorabilmente impugnata dal Governo e che il procedere in questa direzione avrebbe solamente creato confusione, ricorsi per i quali avremmo visto subito la Regione Basilicata soccombente. La presunzione e la convinzione hanno prodotto l’ennesima brutta figura per la nostra regione, nonostante la presenza di pseudo esperti proprio in ambito legislativo, che hanno snobbato le innumerevoli sentenze negative subite in questi ultimi anni.
Intanto il resto del mondo corre verso la transizione energetica, incentivando la realizzazione degli impianti di energia green e mentre tutti inneggiano all’idrogeno verde qui da noi si fanno dichiarazioni e chiacchiere, dicendo di voler abbandonare le fonti di energia fossile come il petrolio. La Basilicata ha inutilmente provato a voltare le spalle al suo futuro sostenibile e, come era già prevedibile, oggi viene nuovamente e sonoramente bocciata, dimostrando di non conoscere le norme stesse e le proprie competenze.
Ho provato a spiegarlo in tutti i modi anche all’assessore Rosa, in aula, e ai colleghi consiglieri che, nel tentativo di saltare sul carro dell’ambientalismo di maniera, stavano andando totalmente controcorrente rispetto ai temi energetici. Non hanno voluto ascoltare. Solo il “piano paesistico” può regolamentare la realizzazione degli impianti da fonti rinnovabili e su questo il ritardo si continua a protrarre anche in questa legislatura. Da oltre due anni e mezzo si parla di cambiamento, rinviando continuamente le date di consegna delle pianificazioni necessarie.
Si strutturi piuttosto adeguatamente l’ufficio energia regionale, con professionisti adeguati – conclude Luca Braia – e si proceda velocemente alle istruttorie delle domande giacenti, si acceleri immediatamente la redazione del piano che potrà definire, una volta per tutte, le aree vocate da dedicare a ospitare gli impianti di produzione di energia verde. La transizione energetica non si evoca a Roma e Bruxelles per poi ostacolarla burocraticamente in Basilicata, violando le norme e penalizzando imprese e professionisti del settore. La transizione energetica si programma, si pianifica e la si realizza, per il bene e per il futuro di tutti i cittadini e le cittadine, anche di Basilicata.”