Nucleare, consigliere comunale Pasquale Doria (Matera Civica): “Alcune domande prima del voto ai candidati”. Di seguito la nota integrale.
Domanda frequente. Ci chiedono per chi voteremo. Lo fanno per la ragione legata all’impegno del movimento Matera Civica e al significativo consenso registrato alle ultime elezioni amministrative nella città dei Sassi.
Rispondiamo precisando che abbiamo già deciso per chi non voteremo. Non voteremo per chiunque non spieghi per bene le ragioni di una scelta nucleare come soluzione alla crisi energetica del Paese. Non lo faremo per le seguenti ragioni:
1) Il nostro Paese si è dichiarato già due volte contro questo tipo di scelta e centinaia sono i comuni denuclearizzati. Se la volontà dei cittadini non è degna di alcun rispetto, allora, si dica chiaramente che la scelta nucleare sarà imposta con la forza, quindi, avverrà con l’ausilio dell’esercito. I candidati si esprimano compiutamente sull’ipotesi di un simile scenario, la condividono?
2) Si può pensare alla realizzazione anche di una sola centrale in l’Italia, nazione in cui non si è ancora deciso dove stoccare i rifiuti ospedalieri e quelli della sua breve stagione nucleare? I candidati si esprimano chiaramente sulla questione dello smaltimento delle scorie presenti sul territorio nazionale prima di parlare di centrali di nuova generazione.
3) I reattori degli impianti di nuova generazione, quando saranno in grado di dare certezze, dovranno essere alimentati comunque da un combustibile nucleare o con il bismuto. C’è bisogno di uranio, materia prima che è necessario importare e, al momento, tra i più grandi produttori spicca la Russia. Le centrali di quarta generazione, per le quali oltre una serie di studi non si è andati, indicano soluzioni alternative, per una possibilità legata all’uso di piombo-bismuto, che produce una considerevole quantità di plutonio. Saranno centrali sicure, dicono gli addetti ai lavori.
Si è fermi, però, all’esame del progetto di un prototipo da parte dei russi con l’intenzione di diventare operativo in futuro e, tuttavia, senza nessuna scadenza realizzativa e non prima dei prossimi tre decenni. Bisogna aggiungere, inoltre che è la Cina a produrre il bismuto. Forse rimane più a portata di mano ancora la strada dell’uranio arricchito e dell’acqua pesante. I candidati dicano chiaramente se dopo la dipendenza dagli idrocarburi dovremo passare a quella dei paesi produttori di bismuto e di uranio, oppure, se nel frattempo non sia il caso di impegnare ogni singolo centesimo utile per le rinnovabili in attesa delle centrali di quarta generazione
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4) Tralasciamo volutamente la questione dei costi, per chi ne abbia voglia esiste un’ampia letteratura sulla centrale di nuova generazione finlandese di Olkiluoto -3, gente onesta, operosa e con una burocrazia tra le più snelle del mondo. Occorrono ingenti risorse economiche ma, proprio dalla scandinavia, parte un monito sulla questione dei tempi: inizialmente, si stimava che i lavori sarebbero stati conclusi entro il 2012. I candidati dicano chiaramente se hanno maturato un’idea anche approssimativa sui tempi della fase istruttiva occorrenti in Italia, prima ancora di parlare di quella realizzativa.
5) Non voteremo nessuno tra quanti proveranno a strumentalizzare, alla stregua della solita curva sud, una questione così delicata, per la ragione che non ha bisogno di pregiudizi in chiave ideologica o di contrarietà a priori nutriti contro la scienza. Vorremmo solo capire, se saremo in grado di evitare una nuova Scanzano Jonico e l’idea malsana di Basilicata regione pattumiera d’Italia, questa esigenza nasce dalla ragione che siamo ben rappresentati nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale unico di scorie e un parco tecnologico (Cnapi).
Se dovessimo arrivare nuovamente a quel punto, vorrà dire che bisognerà tenersi pronti a esprimere ancora una volta il proverbiale coraggio di una comunità pacifica. Non sarà l’esercito a fermare la protesta. Le nostre comunità non hanno dimenticato ed è certo che sono a favore, da sempre, di chi lavora per trovare intese condivisibili, nonché per muoversi pragmaticamente insieme su un terreno comune e con vantaggi non messianici, ma più vicini possibili.