Consigliere comunale IDV Michele Paterino ha inviato un’ordine del giorno per chiedere al Comune di Matera la riduzione dell’aliquota IMU su abitazione principale. Riportiamo di seguito il testo integrale.
Premesso che: con Decreto Legge del 6 Dicembre 2011 n. 201, all’art. 13 è stata introdotta l’imposta municipale sugli immobili (Imposta Municipale Unica); che è entrata in vigore dal 1° gennaio 2012, che nell’ambito dell’applicazione della suddetta imposta “… per i fabbricati iscritti in catasto, il valore è costituito da quello ottenuto applicando all’ammontare delle rendite risultanti in catasto, vigenti al 1° gennaio dell’anno di imposizione, rivalutate del 5 per cento…”; che la base imponibile sulla quale calcolare l’IMU si ottiene moltiplicando la rendita catastale per il coefficiente 160 stabilito per i fabbricati delle categorie catastali A, C/2, C/6, e C/7; che l’aliquota di base dell’imposta è pari allo 0,76 per cento, ma per le abitazioni principali e alle relative pertinenze si applica un’aliquota dello 0,40 per cento;
Considerato che: i Comuni possono, con delibera del Consiglio Comunale da adottare entro il termine per la deliberazione del bilancio di previsione, modificare in aumento o in diminuzione le aliquote di base; (si può ridurre al 2 per mille l’aliquota del 4 per mille prevista per l’abitazione principale);
Atteso che: l’attuale situazione economica e la sempre più alta pressione fiscale andrà a colpire ancor più pesantemente il ceto popolare con un reddito medio – basso, gli anziani soli, i pensionati al minimo, le famiglie monoreddito, le giovani coppie, i lavoratori precari e tutti quei cittadini che hanno nell’abitazione principale l’unica certezza di un bene-rifugio; che sulla prima abitazione inoltre, gravano già le spese relative alle utenze domestiche (energia elettrica, gas, acqua,tassa rifiuti, ), alle spese condominiali,ad eventuali mutui bancari ecc.;
Rilevato che nonostante più volte formalmente sollecitata e con puntuali interrogazioni e mozioni di indirizzo (sin dal 1998), pur in presenza di puntuali disposizioni legislative in materia, l’amministrazione comunale (amministratori e burocrazia comunale) non hanno mai proceduto a una rideterminazione e a un riequilibrio delle rendite catastali tra zone centrali e periferia, tra immobili storici e fabbricati recenti, tra case formalmente rurali e fabbricati di civile abitazione, tra i reali valori di mercato e quelli degli estimi;
Accertato quindi che le attuali rendite catastali sono fonte di grandi disequilibri e la semplice crescita del moltiplicatore (rendite catastali rivalutate del 5% e aumentati da 100 a 160), non produrrà altro l’accentuazione della differenza di base imponibile e della conseguente tassazione; (chi abita in periferia a parità di superficie pagherà una somma pari a sette/dieci volte in più rispetto a chi vive al centro in abitazioni realizzate negli anni 60/70).
Ritenuto necessario al fine di mitigare gli effetti negativi e la sperequazione tra i cittadini sulle abitazioni principali che si produrrebbero applicando l’aliquota base del 4 per mille, di utilizzare i margini di manovra previsti dalla legge, verificare la possibilità di applicare l’aliquota ridotta al 2 per mille;
Tutto ciò premesso impegna il Sindaco e la Giunta a fissare l’aliquota della prima casa al 2 per mille per il pagamento dell’Imposta Municipale Unica o, in alternativa, di prevederne una riduzione che vada comunque sotto la soglia dello 4 per mille.
Michele Paterino, Consigliere comunale IDV