La Tutela di produzione dell’olio extravergine di oliva è oggetto della Mozione presentata lo scorso 29 ottobre 2019, dai Consiglieri Vincenzo Acito, Francesco Piro e Gerardo Bellettieri del Gruppo Consiliare “Forza Italia – Berlusconi per Bardi, all’attenzione del Presidente Vito Bardi, che è stata discussa ed approvata nel corso del Consiglio Regionale tenutosi lunedì 10 febbraio.
Questa Mozione punta ad attenzionare la necessaria adozione di misure di tutela dell’olio EVO (Extravergine di Oliva) Lucano, proprio a partire dal controllo della filiera produttiva.
Stando alle proiezioni ufficiali diramate dal CIA – Agricoltori Italiani, la Basilicata ha registrato un incremento del 340% nella produzione del 2018/2019, passando da 1.289 a 5.675 tonnellate prodotte in un anno. Un dato importante, per una Regione che sta riscoprendo faticosamente la sua vocazione agricola, e sta mettendo a valore competenze ed innovazione per far crescere il comparto.
IL problema sollevato dalla Mozione riguarda il fatto che, nel processo di produzione dell’olio, potrebbero insidiarsi dei problemi. Risulta infatti che le ciambelle utilizzate per la pressatura nei frantoi (Fiscoli) potrebbero essere composte con plastica riciclata prodotta in Cina, e giunta in Italia attraverso il mercato di transito Rumeno.
Questo rappresenta un pericolo concreto, visto che l’acido linoleico, presente in grande percentuale nell’olio extravergine d’oliva, è di fatto in grado di “sciogliere” particelle di plastica riciclata che finirebbero nell’olio pressato, con gravi conseguenze per la qualità delle produzioni olearie lucane e per la stessa salute dei consumatori.
La Mozione, a firma Acito, Piro e Bellettieri, si inserisce nel novero della lotta alle sofisticazioni alimentari già molte volte combattuta dalla Regione Basilicata, contro la contraffazione di grani, pasta e pane e contro la sofisticazione dei vini.
L’approvazione della Mozione comporta, di fatto, l’impegno del Presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, e dell’assessore al ramo, Francesco Fanelli, ad approfondire il tema proposto, sicuramente con il coinvolgimento attivo dell’Università di Basilicata e della Guardia di Finanza, che potrebbero indagare sulla provenienza e composizione dei fiscoli utilizzati nel processo di premitura degli oleifici lucani.
L’olio lucano deve mantenere i suoi elevati standard di qualità, conservando la trasparenza in ogni fase della produzione, fino alle tavole dei consumatori. Solo con una certa garanzia di qualità si può ovviare ai problemi derivanti dalla “guerra dei prezzi” che ci accingiamo ad affrontare, visto il costo ridotto delle produzioni europee, la Spagnola in testa, ed a seguito della liberalizzazione concessa da Unione Europea, di alcune tonnellate di olio extra europeo, come il Tunisino, di qualità inferiore e con prezzi non gravati da dazi.
Puntiamo sui controlli, e sulla qualità, per garantire la crescita del comparto agricolo ed oleario di Basilicata.