Riportiamo di seguito la lettera aperta di Giuseppe Brescia, ex parlamentare e già sindaco di Melfi, al presidente della Regione Basilicata Bardi, al sindaco Maglione e al consiglio comunale di Melfi su ospedale e medicina territoriale. Di seguito il testo integrale.
Sabato 28 maggio, giornata di spesa settimanale, sono stato fermato al supermercato da un mio concittadino che mi ha chiesto notizie sulle prospettive (anzi, preoccupazioni) circa l’ospedale di Melfi e le nuove strutture socio-sanitarie individuate dalla Giunta regionale Bardi per l’attuazione della nuova organizzazione della medicina territoriale prevista dal PNRR.
Le sue preoccupazioni, nonchè le mie, non sono dettate da fatti campanilistici, bensì dalla sensazione di un continuo depauperamento dei presidi sanitari di Melfi e di questa zona.
Naturalmente e per senso di onestà nei suoi confronti, ho replicato di non avere risposte da dargli. Da tempo mi sono ritirato a vita privata e non svolgo ruoli politici ed istituzionali.
Ho letto nei suoi occhi delusione e amarezza!
“E però lei – ha insistito il mio interlocutore – nel passato è stato sindaco, parlamentare, ha avuto sempre responsabilità politiche ed istituzionali e non può lavarsi le mani così”.
Tornato a casa, ho ripensato lungamente a quelle parole e, soprattutto, a quegli occhi delusi e sfiduciati.
Ha ragione quel cittadino: quando si è stati per tanto tempo un eletto del popolo, in un certo qual modo, si resta sempre figura pubblica e di riferimento.
Allora cosa fare, senza cadere nel populismo, nelle strumentalizzazioni politiche, in campagne di sterile campanile?
Faccio domande pubbliche, mi sono detto, a chi ha l’onore oggi di governare la nostra comunità, invitando a discutere, approfondire e attivarsi unitariamente per dare risposte certe e credibili alle legittime preoccupazioni di cittadini, operatori sanitari e popolazioni di quest’area.
Di seguito, quindi, 4 domande meritevoli, a mio parere, di ricevere risposte dal Presidente Bardi, dal Sindaco e dal Consiglio comunale di Melfi:
1. A quando l’apertura del nuovo blocco operatorio dell’ospedale di Melfi, le cui procedure di realizzazione sono iniziate oltre 20 anni fa (Direttore Generale ASL n. 1 Giancarlo Vainieri)?Il suo utilizzo permetterà il trasferimento dei reparti previsti e la progettazione degli altri interventi di ristrutturazione e adeguamento degli spazi interni liberati. Dall’esterno del nuovo corpo di fabbrica si vedono solo luci accese con un bel giardino intorno, ma di suo utilizzo nulla si sa.
2. La Risonanza Magnetica prevista ed acquistata deve essere montata, ma quando?
Forse non sono adeguatamente informato e né sono propenso a creare allarmismi, ma sono intollerabili il silenzio, la percezione di provvisorietà e la sensazione di uno “smantellamento graduale” del presidio ospedaliero.
3. Si apprende dalla stampa delle scelte della Giunta regionale riguardo alla allocazione di 6 Centrali Operative Territoriali(C.O.T., modello organizzativo con funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nelle diverse risposte assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialogo con la rete dell’emergenza-urgenza), di 5 Ospedali di Comunità e di 19 Case di Comunità(strutture polivalenti in grado di erogare in uno stesso spazio fisico prestazioni socio-sanitarie integrate ai cittadini, favorendo, attraverso la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, l’unitarietà e l’integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie), secondoquanto previsto dalla Missione 6“Potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete sanitaria territoriale” del PNRR.
Sempre da notizie di stampa, l’allocazionedegli interventi sarebbe stata definita dall’Assessorato regionale alla Salute ascoltando le aziende sanitarie e i sindaci lucani.
4. Il Sindaco di Melfi è stato sentito? Quale parere ha espresso circa le Case di Comunità (Melfi risultaesclusa, mentre sono presenti Potenza e Lagonegro)? Perché Melfi non è stata inserita come una delle Centrali Operative Territoriali, al pari di Policoro, Lagonegro e Villa d’Agri, anch’esse sedi di ospedali di emergenza?
Queste infrastrutture sanitarie territoriali sono parti integranti e sostanziali del nuovo Piano Sanitario Regionale, sempre annunciato e non ancora definito.
E’ campanilismo porre queste 4 domande al Sindaco e all’intero Consiglio comunaledi Melfi? Nonché al Presidente della Giunta regionale Bardi?
Onestamente, io credo di no!
Anzi io penso che, discutendo pubblicamente, insieme anche alle altre amministrazioni comunali del territorio – quella che ai miei tempi chiamavamo conferenza dei sindaci – si potrebbe giungere ad una proposta di sintesi, che rilanci la sanità pubblica in tutta l’area del Vulture – Melfese – Alto Bradano.
Sarebbe anche il modo più corretto di risposta a quel mio concittadino che mi esprimeva preoccupazioni sull’ospedale e a tutte le persone, nonché organizzazioni sindacali e sociali, che nelle scelte regionali vedono criteri poco comprensibili, magari dettati da logiche più politiche e “clientelari” e scarsamente oggettive.
Non mi illudo di ricevere risposte, ma tento lo stesso. Non per me, ma per tutti.
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