Pasquale Doria (Matera Civica): “Il Consiglio di Stato dice alt a un impianto eolico in Toscana, sentenza di straordinaria importanza per la Murgia materana e per la tutela del paesaggio”. Di seguito la nota integrale.
Che valore ha il paesaggio? Enorme per una città Unesco come Matera, al punto da chiedersi se e quanto è compatibile un mega impianto eolico nel perimetro di rispetto del suo ben noto patrimonio del Parco della Murgia. Alla domanda se c’è un giudice a Berlino, dalle parti di Grosseto, la risposta è risultata di segno positivo. Così il parco eolico sul Monte Amiata, nel Comune di Roccalbegna, non si farà. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, che ha accolto, tra l’altro il ricorso dell’Amministrazione comunale. La motivazione principale? L’elevato impatto ambientale e paesaggistico del progetto.
Nello specifico, con la sentenza n. 1872, i giudici hanno annullato le autorizzazioni concesse dalla Regione Toscana, ribaltando le decisioni precedenti e sottolineando un principio chiave: la tutela del paesaggio non può essere sacrificata in nome della produzione di energia rinnovabile. Nel pronunciarsi, il Consiglio di Stato ha ricordato che il paesaggio non è solo un elemento fisico delimitato da confini amministrativi, ma un bene che si estende in una dimensione più ampia e che va salvaguardato nella sua interezza. Per quanto riguarda Matera il discorso vale ancora di più, per la ragione che l’impianto è previsto entro una zona di rispetto ben delimitata della Regione, estesa per 8 chilometri intorno al Parco della Murgia, senza contare che in Toscana non c’era il valore aggiunto di una tutela come l’Unesco, ovvero la definizione di un bene patrimonio dell’umanità.
Un precedente che non può non interessare i progetti in itinere e men che meno l’Amministrazione comunale, benché commissariata; per quanto lo stesso discorso si potrebbe estendere all’Ente Parco della Murgia e alla Regione. Ma il ricorso del Comune, sia concessa questa espressione romantica, avrebbe il valore di un moto d’orgoglio, ovvero dell’affermazione di volontà netta da parte di una municipalità troppo spesso offesa e vilipesa.
La sentenza, in definitiva, rappresenta un monito per i futuri progetti di energia rinnovabile che insistono a prendere di mira l’altopiano murgico. Del resto, i giudici hanno chiarito che chiunque voglia realizzare impianti eolici dovrà effettuare una valutazione approfondita del territorio, considerando non solo l’area di visibilità dell’opera, ma anche il suo impatto percettivo nel contesto paesaggistico. Questo significa che le imprese dovranno adottare criteri più stringenti nella progettazione, effettuando analisi dettagliate su larga scala per dimostrare la compatibilità delle installazioni con l’ambiente circostante.
Il caso della Toscana alimenta le giuste battaglie delle comunità locali. Una vicenda che s’inserisce in un contesto più ampio di opposizione popolare ai grandi impianti eolici, specialmente se ubicati a ridosso di aree protette come il Parco della Murgia. La sentenza del Consiglio di Stato non può non essere ignorata da chi di dovere, rafforzando le istanze delle comunità che chiedono una pianificazione più attenta e sostenibile della transizione ecologica. Il messaggio ai decisori pubblici è chiaro: l’energia pulita è fondamentale, ma non può essere realizzata a scapito del paesaggio e dell’identità dei territori.