L’annuncio, in attesa di conferma ufficiale, della visita in Basilicata di Papa Francesco nella prossima estate, come cattolico mi riempie di gioia e come politico di speranza per rilanciare i profondi valori etici cristiani che in questa fase sembrano “offuscati” in quanto in secondo piano rispetto al dibattito politico sui diritti delle persone omosessuali e sulle cosiddette “quote arcobaleno”. E’ il pensiero di Giuseppe Potenza, segretario regionale DC-Libertas Basilicata.
L’esponente dc sottolinea chel’invito del Presidente Pittella a visitare la Basilicata rivolto in occasione di ‘Lux Mundi: la Fiaccolata più grande del mondo per Vivere una Vita che Vale’, dedicata a Papa Francesco, il 21 settembre dello scorso anno, conteneva una riflessione condivisibile riferita alla centralità della Vita come elemento portante della nuova Programmazione di Sviluppo Territoriale con Azioni concrete per fare del Patrimonio Culturale e Spirituale il volano della ripresa economica e per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Purtroppo – aggiunge – devo registrare che l’ambiguo confronto sui diritti delle persone omosessuali fa compiere un notevole passo indietro all’iniziativa di Pittella. E ancor più la proposta di introdurre nella riforma elettorale regionale quote riservate a gay, lesbiche e transessuali, non risponde certamente al pensiero cattolico che rischia di diventare secondario e “non più di moda” proprio come accade per la difesa dell’identità sociale e culturale della famiglia. Per non ingenerare equivoci, che mi fa piacere, le stesse associazioni dei diritti gay riconoscono, è il caso di citare le parole del Papa: “solo la testimonianza della bellezza del matrimonio può sconfiggere l’attuale crisi della famiglia”. Nell’omelia della messa di Guayaquil Papa Francesco ha parlato delle famiglie ferite: “la famiglia costituisce la grande ricchezza sociale, che altre istituzioni non possono sostituire, che dev’essere aiutata e potenziata, per non perdere mai il giusto senso dei servizi che la società presta ai cittadini. In effetti, questi servizi che la società presta ai cittadini non sono una forma di elemosina, ma un autentico ‘debito sociale’ nei confronti dell’istituzione familiare, che è la base e che tanto apporta al bene comune”. Pertanto non riesco a capire e a giustificare tutta l’attenzione sui diritti, che non intendo disconoscere ,delle persone omosessuali, rispetto ai problemi della famiglia. Ci sono proposte ed idee in proposito di semplice attuazione e in buona parte a costo zero come ad esempio l’approvazione di una normativa organica per la famiglia, che superi la frammentazione di leggi e provvedimenti in gran parte datati e perciò inadeguati in quanto solo di mero assistenzialismo, l’istituzione di un assessorato apposito o comunque di un Ufficio a livello di Dipartimento Politiche Sociali e della Persona , l’introduzione della valutazione di impatto familiare, politiche tariffarie o sulla casa che superino le pesanti penalizzazioni provocate dall’introduzione del nuovo Isee, il contrasto alla povertà. Scelte concrete per difendere e promuovere la quotidiana esperienza di vita delle famiglie.
Le difficoltà delle famiglie in tempi di crisi – afferma ancora Potenza – devono incidere significativamente sulle priorità delle politiche regionali in materia di welfare, senza trincerarsi dietro l’alibi dei fondi insufficienti. La scelta di utilizzare parte del fondo del 3% delle royalties (ex card carburanti) per introdurre il Reddito di inserimento ed estendere l’attuale platea di beneficiari della Cittadinanza Solidale è un passo importante anche se non esaustivo specie per rispondere ai messaggi di Papa Francesco, al suo richiamo ad una solidarietà intergenerazionale. Per noi dunque se vogliamo ascoltare quelle che Pittella nella lettera di invito al Papa chiama “le corde più profonde dell’Anima” le politiche a favore della famiglia hanno priorità sul resto”.