Nei mesi e nelle settimane scorse si è ampiamente riflettuto circa la cosiddetta “Legge Calderoli”, meglio conosciuta come “Autonomia differenziata” che, quale “Spada di Damocle”, verrebbe ad abbattersi sul Mezzogiorno d’Italia, Basilicata compresa, andando ulteriormente ad incidere in negativo sulla già precaria situazione di impoverimento sociale ed economico, di cui già da tempo è interessato.
Per questo ben venga il Referendum indetto da più soggetti sociali e che sta avendo notevole successo in termine di sottoscrizioni da parte della cittadinanza.
Ovviamente, non basta né sarebbe la panacea di tutti i mali ;occorre che i segmenti intermedi della società, quella lucana per quanto ci riguarda, facciano fronte comune nel rivendicare una politica di sviluppo, capace di far fronte alle innumerevoli carenze che ci interessano: povertà dilagante, carenza di lavoro, infrastrutture sia materiali che immateriali attualmente ad un livello assolutamente inadeguato, ma principalmente intervenire con assoluta urgenza sul “Bene Salute” a cui non si riesce da tempo a dare quell’attenzione necessaria per tutelarlo, stante un sistema sanitario in estrema crisi, come è evidente dalla migrazione extra regionale a cui si aggiunge la fuga del personale specialistico e non solo.
In particolare, inoltre, il problema Sanità,investe le aree rurali, di cui la nostra regione è quasi totalmente interessata; aree rurali, che come riferisce TrendSanità, attraverso una sua recente e opportuna riflessione, sono interessate da un vero e proprio allarme, stante la desertificazione sanitaria, anche a causa dello spopolamento dovuto alla migrazione delle persone verso gli spazi suburbani.
Problema questo che come Associazione di Pazienti Diabetici impegnata nella nostra regione abbiamo avuto modo di verificare attraverso una serie di Progetti di screening effettuati nelle aree più interne del territorio, laddove abbiamo potuto constatare la precarietà e i disservizi che sono spesso causa di aggravamento delle condizioni sanitarie di quanti impossibilitati a curarsi e,pertanto, diventano affetti da pluripatologie, spesso invalidanti, oltre che estremamente onerose per l’aggravio della spesa sia sanitaria che sociale.
Da qui la necessità, come sollecita TrendSanità, di avere Medici che devono essere in grado di adattarsi alle esigenze della Comunità, in quanto il rapporto fiduciario da medico a paziente è estremamente fondamentale nelle aree rurali;così come è importante e indispensabile mantenere i giovani medici di famiglia, pur essendo questa una delle principali sfide in quanto andrebbero superati gli aspetti negativi di un lavoro in aree rurali e remote, a cui si aggiunge l’elevato lavoro,il dover operare spesso da soli in zone lontane, con la scarsa possibilità della crescita professionale, le scarse opportunità ricreative,la prospettiva di lavoro per il partner e la scuola per i figli.
Problematiche che potrebbero essere risolte, almeno in parte,con interventi mirati e con il diretto coinvolgimento delle Amministrazioni Locali; infatti, qualcosa si sta muovendo,come la nuova governance delle farmacie quant’anche in fase sperimentale, oltre ad alcune prime operazioni che si stanno facendo in termine di stabilizzazione del personale sanitario precario e di riflessioni annunciate circa la medicina di iniziativa che spetta fare al Medico di Base; tanto, inoltre,può essere fatto attraverso l’implementazione della Telemedicina, fin qui solo annunciata,ma che va resa accessibile e praticabile,attraverso una diffusa e fruibile connessione ad internet, in quanto ad oggi è alquanto inadeguata; così come necessita dare una mirata formazione sia al personale sanitario, ma principalmente allo stesso paziente, spesso poco incline alle nuove tecnologie,anche in ragione dell’età avanzata.
Infine, occorre che si determini quanto da tempo andiamo sostenendo, attraverso il Manifesto FAND “Meno Ospedale – Più territorio”; intanto accelerando la Rete degli Ospedali e delle Case di Comunità, ovviamente da rendere accessibili e con personale dedicato,evitando che diventino “scatole vuote”, come nel tempo si è dovuto assistere con gli inutili 17 Ospedali distribuiti sul territorio, ma spesso inservibili se non addirittura pericolosi.
Il tutto, però, passa attraverso una politica fatta di concretezza e non di semplici annunci e quindi con finanziamenti certi e tempi assolutamente brevi se non si vuole che la regione collassi in modo irreversibile, in quanto il “Bene Salute” è sicuramente prioritario per la sopravvivenza sia fisica che istituzionale.
Set 10