La Federazione Lucana del Partito Comunista dei Lavoratori commenta il risultato ottenuto alle elezioni regionali. Di seguito la nota integrale.
Le elezioni regionali in Basilicata hanno rappresentato per il Partito Comunista dei Lavoratori un’opportunità per propagandare in terra lucana il programma rivoluzionario e ribadire il rifiuto di qualsiasi collaborazione con i Partiti conservatori e riformisti.
Infatti, l’utilizzo della tribuna elettorale come “megafono” per denunciare le ingiustizie della società capitalista e la necessità del suo superamento, è una tattica Leninista del miglior Movimento Operaio internazionale che mira a colpire la borghesia con uno strumento che essa stessa offre nell’ambito della democrazia liberale e solo formale.
Grazie alla partecipazione a dibattiti e manifestazioni pubbliche trasmesse dai vari mezzi di comunicazione quindi, siamo riusciti a esporre le nostre analisi e proposte a un numero di lucani che altrimenti, per motivi logistici e di scarse risorse, difficilmente saremmo riusciti a raggiungere. Tutto questo si è aggiunto al lavoro che abbiamo svolto nei luoghi di lavoro nonché per le strade e piazze di vari Comuni della Regione.
Nel corso della campagna elettorale, è stato ben rappresentato il quadro desolante in cui si ritrova la Basilicata, una Regione mal governata da oltre trent’anni dalla medesima cricca di politicanti che di volta in volta hanno cambiato sigle e denominazioni lasciando sostanzialmente invariato il proprio operato.
I militanti del PCL hanno denunciato tutte le emergenze regionali: la disoccupazione, l’ esclusione sociale, i disastri ambientali e le carenze sanitarie e infrastrutturali.
Le parole d’ordine avanzate sono state: esproprio senza indennizzo delle industrie che vogliono trasferirsi, reddito garantito, distribuzione delle ore lavorative tra lavoratori e disoccupati, stop alle trivellazioni petrolifere, un piano di messa in sicurezza idrogeologica del territorio, completamento delle infrastrutture incomplete o del tutto mancanti, erogazioni di prestazioni sanitarie gratuite al posto dell’odiosa intramoenia.
Venendo all’analisi dei risultati, il dato più interessante che emerge è che meno della metà dei lucani aventi diritto al voto si è recata alle urne (47,6%). Si tratta di un dato in linea con l’andamento dell’astensionismo generale in Italia, come già testimoniato sia dalle elezioni politiche di febbraio che dalle regionali in Trentino Alto Adige di ottobre. Il movimento populista dei “Cinque Stelle” ha solo in parte riassorbito l’emorragia di votanti non impedendo quindi una palese delegittimazione delle istituzioni borghesi.
Lo scarso consenso di cui godono i partiti della borghesia evidenzia i margini di crescita della sinistra comunista e anticapitalista e ci deve spingere a lavorare, ancora di più e meglio, assieme a tutti gli anticapitalisti, per costruire l’alternativa di sistema che rappresenta l’unica soluzione per
evitare la catastrofe sociale e umana del proletariato e degli sfruttati.
Partito Comunista dei Lavoratori – Federazione Lucana
la vecchia talpa scava ancora!