In una nota del partito socialista di Basilicata, il segretario regionale Livio Valvano e il portavoce Raffaele Tantone esprimono apprezzamento e ringraziano il compagno Michele Lamacchia per il grande lavoro svolto alla presidenza del Parco della Murgia Materana.
Per Livio Valvano “Michele Lamacchia si è dimostrato persona competente, capace di interpretare al meglio il mandato politico affidato”.
A distanza di qualche giorno dalla sua sostituzione ed al netto delle polemiche prodotte dall’indicazione della nuova presidenza – dichiara Valvano – risulta evidente come il potere di indicare gli organi apicali di alcuni enti sub regionali rappresenti certamente una facoltà ed un’espressione dell’attività di governo, ma esiste un limite, diremmo di “buon costume” politico, nel far convergere aspettative di affiliazione politica con la priorità del bene comune, in questo caso consistente nell’affidare la gestione a un amministratore competente.
Ad ogni modo come socialisti riteniamo opportuno che la Regione adotti la buona pratica del Parlamento Europeo e del Congresso Usa, cioè quella di sottoporre i neonominati ad un’audizione aperta delle commissioni consiliari e della società civile, in modo da interrogare pubblicamente i nominati stessi sugli obiettivi e le azioni che hanno in mente di adottare; sarebbe un modo trasparente e darebbe l’opportunità magari di mostrare come a prescindere dai curricula, piuttosto carenti, si possano avere idee e proposte valide.
Sarebbe capace il nostro Governo Regionale di accettare una sfida trasparente di questo livello?
In secondo luogo – continua Raffaele Tantone portavoce del Psi lucano – per provare ad andare oltre alle citate polemiche, che hanno portato anche alle coraggiose dimissioni per protesta di uno dei componenti del direttivo, il prof _Mario Montemurro, si ritiene opportuno richiamare il lavoro fatto in questo triennio e le questioni aperte sul futuro del parco.
Qualche anno fa era normativamente impossibile catturare i cinghiali tramite gabbie e poi avviarli verso mattatoi dedicati, invece il Parco murgia è stato il primo Ente lucano ad adottare questa pratica facendo da apripista per tutta la regione.
Ed ancora, la restituzione della piena fruibilità della direttrice del Parco verso Montescaglioso, con la messa a sistema in termini di recupero e fruibilità delle strutture situate fra Parco dei Monaci, l’antico Casello ferroviario ed il Villaggio di Pianelle.
Senza dimenticare l’imponente cisterna settecentesca recuperata e restituita ad una nuova funzione di serbatoio per gli interventi antincendio, ed in genere una gestione che con pochi clamori si è confrontata con tutti i portatori d’interessi.
Certamente rimangono alcune criticità che la nuova gestione dovrà affrontare, fra cui la cronica carenza di personale e la scarsità di risorse economiche, a cui si aggiunge la dipendenza dalle tempistiche del bilancio regionale sempre piu spesso approvato in ritardo.
Secondo Tantone “rimangono le sfide in termini di tutela e fruibilità che certamente non erano prevedibili negli anni 90 allorché venne redatto l’attuale Piano del Parco, sfide aumentate dal notevole flusso turistico e dagli stessi interventi miranti a migliorarne la fruizione come i noti lavori nell’altopiano di murgia Timone o come la stessa realizzazione “ a tempo “ della Cava del Sole, ricordando che nella medesima area sono in corso i lavori del progetto “Parco delle Cave”.
Occorre ricordare che tutti questi lavori non erano compresi nel Piano del Parco e sono stati previsti con Matera2019, tali interventi spesso mirano a favorire la fruibilità dei siti, ma inevitabilmente scontano la mancanza di una visione d’insieme con il resto della città, ad esempio vi è un grande problema relativo all’accessibilità ed al trasporto dei viaggiatori, a meno che non si pensi che il Comune o il Parco possano sobbarcarsi 100 mila euro di trasporto pubblico all’anno.
La stessa costruzione di un quartiere a ridosso del Parco – conclude Raffaele Tantone – non era prevedibile negli anni 90, ecco perché,come socialisti, riteniamo che invece di occuparsi della riperimetrazione del Parco, sia prioritario aggiornarne il Piano, facendo un bilancio di quanto fatto in 30 anni e magari provando ad indicare le strategie per coniugare in futuro tutela e fruibilità.