“Coma anticipato nei giorni scorsi, è stata condivisa da tutte le Regioni in Commissione Politiche Agricole, la posizione comune e richiesta, in tempi brevi, una audizione con gli uffici ministeriali che seguono la materia Pratiche Locali Tradizionali (PLT) per individuare celermente una soluzione e restituire serenità e certezze alle migliaia di aziende zootecniche coinvolte.”
Lo comunica l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Luca Braia.
“Come concordato con le organizzazioni professionali agricole, la Commissione Politiche Agricole del 20 febbraio ha approvato il punto all’o.d.g richiesto dalla Basilicata e inviato la nostra nota al Mipaaf, per ufficializzare la posizione e richiedere audizione, sottolineando la rilevanza enorme e l’impatto potenziale sul sistema zootecnico lucano e di molte altre regioni del mezsogiorno che devono affrontare la problematica delle così dette PLT.
Il rischio concreto è che migliaia di aziende zootecniche vedano non pagate nel 2017 le loro superfici (titoli) e che AGEA sulle anomalie dei fascicoli interessati da PLT non riscontrate, proceda ad un recupero per il 2015 e 2016, con una danno enorme per gli equilibri economici di produzioni di grande importanza per la nostra agricoltura e zootecnia.
Il quadro complessivo, con due decreti ministeriali che hanno apportato, da una parte, alcune modifiche nella gestione delle superfici a pascolo e nell’uso di superfici boschive e, dall’altra, che impattano in maniera enorme da un punto di vista applicativo e degli oneri burocratici sul sistema di relazione tra Regioni e AGEA, è stato ulteriormente complicato da un Audit Comunitario all’inizio del 2017.
L’audit ha determinato l’accensione di due anomalie PLT, nello specifico “particella non presente nelle comunicazione della Regione ad AGEA” e “particella presente nella comunicazione ma senza indicazione della tara, indicata dalle Regioni al 50%” che AGEA, non avendo riscontro dalla Regione, ha attribuito al 70% che è tara che rende non utilizzabile la particella stessa) e il conseguente blocco di migliaia di pratiche.
Continueremo a monitorare giornalmente l’evoluzione della vicenda e siamo disposti ad intraprendere tutte le azioni necessarie senza esclusione alcuna, con il governo nazionale e soprattutto con la comunità europea, perché non si modifichi nulla circa l’eleggibilità e il riconoscimento del pascolo nelle zone boschive, peculiare caratteristica delle Regioni Basilicata, Puglia, Campania e Calabria e Sardegna. La pratica ha visto proprio in questi giorni il riconoscimento del sistema di qualità nazionale per il bovino podolico al pascolo che, paradossalmente, andrebbe effettivamente a rischio estinzione.
Con circa 14mila capi di razza podolica e 379 allevamenti, che pascolano soprattutto nei nostri boschi, rappresentiamo infatti oltre il 45% del totale nazionale, generando una economia che non deve essere, per quanto possibile, ostacolata dalle questioni correlate alla PLT e alle anomalie.”