Pasqua, DC-Libertas: il primo impegno dei cattolici impegnati in politica è quello di continuare ad essere, nonostante le difficoltà, costruttori di ponti e artigiani del dialogo. Di seguito la nota integrale.
“Se per tutti, cristiani e appartenenti ad altre religioni, credenti e non credenti, la Pasqua è un segno incoraggiante, non solo per la fede, lo è certamente di più dopo i tragici fatti terroristici di Bruxelles che denunciano una carenza culturale molto grave, un vuoto culturale che l’ Europa ha creato: vuoto d’ideali, valori autentici, alti che diano senso alla vita delle persone”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale “il primo impegno dei cattolici impegnati in politica è quello di continuare ad essere, nonostante le difficoltà, costruttori di ponti e artigiani del dialogo.Il terrorismo è la testimonianza dell’odio assurdo, della negazione del rispetto della vita per l’altro, anche se innocente, per diffondere l’odio. Il terrorismo è un atto di fede nell’odio e proprio per questo dobbiamo opporci radicalmente. Dobbiamo manifestare il nostro orrore, la condanna e la partecipazione alle sofferenze ma non dobbiamo lasciarci portare a reagire nella stessa direzione cioè rispondere all’odio con l’odio. Non bisogna rispondere all’odio con misure che distruggono invece di cercare di ricostruire i rapporti necessari all’interno della società. Il terrorismo punta proprio a distruggere ogni fiducia reciproca e con questo disgregare la società umana. I terroristierano persone che vivevano in Europa ma che non hanno fatto loro l’ideale di convivenza, il rispetto dei diritti della persona a cui si è riferito il Papa chiamando i responsabili del Parlamento europeo a portare avanti questa idea grande e positiva che l’Europa rappresenta per l’umanità. Ed è fortemente simbolica la scelta di Papa Francesco di celebrare oggi la Messa in Coena Domini nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, dove ha lavato i piedi a dodici profughi. Un segno importante per manifestare che la violenza non ha niente a che fare con le religioni, quando esse sono nei loro aspetti più belli. Credo che per i cattolici le parole più belle vengano da don Roberto Repole, presidente dell’Associazione Teologica Italiana: “Il credente non è esente dalla paura. La fede non ci toglie la dimensione umana della vita. Proprio in questa Settimana Santa gli stessi Vangeli mostrano Gesù in agonia nel momento di affrontare la sofferenza, la passione e la morte. In qualche modo, il credente partecipa di questa stessa agonia. La fede non ci dice che le cose andranno secondo le nostre aspettative, i nostri bisogni o i nostri desideri umani, ma ci fa vedere che anche laddove noi siamo soggetti alla fragilità e pure alla sconfitta, in qualche modo siamo in attesa che Dio compia per noi ciò che ha compiuto per Gesù Cristo”. In chiave politica invece l’Europa dovrebbe fare una riflessione molto più puntuale, non soltanto in termini di difesa, di prevenzione, attraverso le intelligence che hanno mezzi, capacità per raddoppiare la loro opera, ma anche in termini culturali perché una cultura malata, vuota e svuotata, come quella europea, e in genere occidentale, è perdente di fronte ad una cultura che è orrida e terrificante ma che si presenta in un modo forte, anche se con ideali assolutamente inaccettabili perché sono sanguinari, e che può avere molta suggestione su animi fragili”.Per questo l’Europa, anziché tagliare le radici della propria cultura, dovrebbe ritrovarle, intensificarle e coltivarle perché l’identità propria è la base per ogni dialogo costruttivo e per ogni interculturalità”.La risposta agli attentati di Bruxelles – conclude il segretario DC – deve arrivare anche “in termini di maggiore severità della comunità internazionale verso quegli Stati che con parte dei proventi della vendita del petrolio finanziano il terrorismo internazionale, promuovono delle guerre ‘lowcost’ che col minimo investimento permettono di attuare spregiudicati disegni geopolitici”.
Mar 24