“Introdotto con un decreto del Ministero delle Politiche agricole nel luglio 2017 e rinnovato nell’aprile 2020, l’obbligo dell’indicazione di origine per la pasta rappresenta una fondamentale tutela e valorizzazione delle produzioni nazionali e uno strumento di trasparenza verso il consumatore. Per questo, solleciteremo il Governo a rinnovare l’obbligo in scadenza a fine anno. La richiesta sarà estesa a riso e confezioni di derivati di pomodoro, sughi e salse, ulteriori eccellenze del made in Italy agroalimentare, che meritano la stessa tutela prevista per latte, formaggi e salumi”. Lo dichiara il deputato Luciano Cillis, esponente M5S in commissione Agricoltura.
“Il decreto prevede che venga esplicitato il Paese di coltivazione del grano e quello di molitura – aggiunge -. Quello dell’etichetta trasparente è solo uno degli strumenti necessari per tutelare e rafforzare il comparto del grano duro che soffre di fortissime fluttuazioni di mercato e di una filiera frammentata”.
“Ci auguriamo sia che diventi presto realtà la mia norma su Granaio Italia, sul monitoraggio delle materie prime, sia che la Commissione Sperimentale Nazionale sulla rivelazione dei prezzi si rafforzi e convinca gli operatori a un maggior dialogo. Infine, con i contratti di filiera, spingiamo a creare quel legame che manca al settore tra i diversi protagonisti affinché si faccia sistema e si riesca a essere sempre più competitivi, innovando e creando maggior reddito” conclu