Il consigliere comunale del PDL Adriano Pedicini traccia un’analisi politica per quanto riguarda i due principali schieramenti, centrodestra e centrosinistra, in vista delle prossime elezioni regionali del 17 e 18 novembre 2013.
Non vi è mai stato momento più propizio dell’attuale, il PDL ha l’obbligo di prendere atto che deve e può, in questa competizione, misurarsi ad armi pari. Solo allora potremo essere sicuri di aver fatto di tutto e ci farà piacere pensare, al termine della contesa elettorale, di aver provato e creduto, senza recriminare su quello che si poteva fare. Il momento è propizio, una crisi profonda ed una guerra interna tra le correnti del maggior partito della Basilicata sta logorando il PD, questo è il prezzo che questa componente politica sta pagando dopo essersi posta in modo incontrastato quale partito di governo della Basilicata, abusando e degenerando in protagonismi personali e clientelari. Non sa più cosa dire o promettere al suo elettorato, tanto che dei suo programmi sino ad oggi non v’è traccia. Nella continuità di tali concetti hanno avviato le primarie mascherate dalla falsa democrazia interna; in verità, nello scontro politico culturale che sta lacerando l’elettorato ed allontanando dalla politica tanta gente ed elettori. Ma tutto ciò a noi non deve interessare soprattutto perché il vero problema del centrodestra è al suo interno, dobbiamo essere leali tra noi, la nostra deve essere una politica diversa e con obiettivi chiari, perché il punto non è quello di cosa fare ma di come farlo, di quali innovazioni siamo portatori. Di poterlo fare con la gente della nostra terra, alla quale dobbiamo dare garanzie ed investire soprattutto sul lavoro, intercettando i bisogni e le urgenza; con un partito che voglia farlo da solo o con sinceri alleati, ma senza sbagliare, senza dare vantaggi all’avversario per tornare ad essere vincenti. Il vero obiettivo deve essere quello di porsi come forza di rinnovamento, frutto di una profonda meditazione all’interno del partito, che nelle scelte non deve tutelare i soliti, con chiusure per taluni e vantaggi per altri, va assolutamente favorito il merito e privilegiato il pensiero dell’elettorato. Il rinnovamento giunge propizio, all’alba del movimento nascente che, deve penetrare tra la gente, nel tessuto sociale con una rivoluzione radicale del fare politica, con profonda attenzione e militanza popolare. A Sostegno di coloro che un lavoro non lo hanno, o dei tanti che lo hanno perso, perché questa, smetta di essere la terra del clientelismo, delle assunzioni per gli “amici”; affinchè il lavoro sia effettivamente un diritto riconosciuto. Tutto ciò qualcuno nel PDL lo va dicendo da tempo, anche con forza; qualcuno ci ha messo anche i manifesti, ma non basta perché non siamo stati mai capaci di gridarlo da ogni angolo di questa regione, sono rimaste voci isolate di chi, a ragione, ha ululato alla luna senza ricevere alcun richiamo dal branco. Sino ad oggi molti sbagli sono stati fatti, penso sia preferibile dire le cose con lealtà e con rispetto di chi le cose le dice in faccia, di chi si sente libero e che ha nel cuore la Basilicata; è questo il momento di parlare di noi del Popolo delle Libertà, dei progetti che abbiamo e del centrodestra che vogliamo portare al governo di questa regione; perché dopo 40 anni rivendichiamo il diritto di essere alternativi a questa sinistra che per lunghi anni ha arretrato lo sviluppo, allontanato tanta gente della sua terra per cercar fortuna altrove nonostante le ricchezze della sua terra. Non possiamo permettere che per altri 5 anni tutto rimanga immutato, senza speranze, portiamo avanti le nostre idee, parliamo alla gente di quel che vogliamo per questa regione, perché le elezioni si vincono soprattutto col coraggio di chi non teme l’avversario.
Adriano Pedicini, Consigliere comunale del PDL
parliamo alla gente di quel che vogliamo per questa regione, perché le elezioni si vincono soprattutto col coraggio di chi non teme l’avversario.Queste le conclusioni di Pedicini
Ma c’è il PDL in Basilicata, se c’è pechè non batte un colpo? Mi domando senza cattiveria, è solo una costatazione
È questo l’interrogativo che mi pongo, il ritardo consapevole del centrodestra non è giustificabile siamo a due mesi dal voto, il Pdl apre i lavori per una trattativa larga e coinvolgente ma riunire le frastagliate forze non è cosa facile. Ianche se resto convinto che il confronto non va fatto sulle intese ma sui programmi.
per i programmi ci sarebbero voluti ancora 6 mesi e poi l’alleanza la potreste trovare con il centro che è davvero un arcipelago fatto da isole che compaiono e scompaiono. Compattarsi su qualcosa è davvero difficile. Anche nel centro sinistra la cosa non è semplice malgrado i 4 seggi del listino. Comporre le liste, nel centro sinistra, è complicato se si vogliono tenere fuori gli indagati , come è giusto che sia, tenuto conto che De Filippo si è dimesso proprio per rimborsopoli. Tenere fuori gli indagati significa tenere fuori anche quelli dei partiti alleati del PD e lì la cosa è quasi disperata. Il PD a malincuore riuscirà a tenerli fuori, giusto o sbagliato che sia.