Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani, giornalista e membro della Presidenza del Partito Radicale (In sciopero della fame da 62 giorni per la vita di Radio Radicale): compagno è “colui che mangia il pane con un altro”. Di seguito la nota integrale.
Per corrispondere al “troveremo” del ministro Di Maio e alla straordinaria mobilitazione in corso, ho deciso di assumere fino a domenica una soluzione di 500 cc di glucosio (100 calorie) e una soluzione da un litro di fisiologica che andranno ad integrare i 3 cappuccini.
Per il resto, ritenendo necessario continuare ad alimentare questa nostra fame di democrazia, verità, diritto alla conoscenza, giustizia e libertà, lo sciopero della fame prosegue ad oltranza.
C’è un po’ di luce, un percorso possibile. Ora occorre che quel prezioso “troveremo” diventi al più presto “abbiamo trovato”.
Ricordo a me stesso che tra soli 22 giorni, senza un “abbiamo trovato”, le frequenze di Radio Radicale verranno spente.
La lotta continua, continua al fianco della redazione e dei tecnici di Radio Radicale, del suo direttore Alessio Falconio, dei miei compagni del Partito Radicale, di Rita Bernardini in sciopero della fame dalla mezzanotte del 9 aprile, dei nostri compagni di lotta.
L’etimologia della parola compagno, gioverà sottolinearlo, sta a significare “colui che mangia il pane con un altro”.
Si sta materializzando sotto i nostri occhi un’altra Italia, che discute di democrazia e diritto alla conoscenza. c’è un piccolo tesoro di intelligenze e di lotta, che nutre e alimenta il dialogo in corso e scalda il cuore.
La nostra è la nonviolenza di Gandhi, Martin Luther King, Marco Pannella. La nostra è la resistenza di Ernesto Rossi e dei fratelli Rosselli. La nonviolenza di chi crede che “il fine non giustifica i mezzi”, ma che siano i mezzi a prefigurare i fini. Difendiamo, per citare il preambolo allo Statuto del Partito Radicale, con la vita, la vita, il diritto, la legge. Mi piace pensare che in questa lotta portiamo con noi coloro che ci hanno lasciato, ma che continuano a vivere nella misura in cui ne conserviamo memoria: Marco, Massimo, Ernesto, Carlo, le vite che abbiamo incrociato e le pagine di lotta che abbiamo letto.
A chi rassegnato ci dice di lasciar perdere, noi rispondiamo con il “Non mollare”. Forse siamo pazzi, ma pazzi di libertà o pazzi malinconici, per dirla con Gaetano Salvemini.
Stiamo difendendo un diritto umano: il diritto umano e civile alla conoscenza. Quel diritto alla conoscenza che da forza, sostanza, contenuto alla parola democrazia. Stiamo difendendo una Radio che ha onorato il conoscere per deliberare e che è stata ed è servizio pubblico. Stiamo difendendo una Radio che ha spalancato le porte del Palazzo per avvicinare gli eletti agli elettori e che ha dato voce agli ultimi e a chi non ha voce. Stiamo parlando di democrazia e stiamo difendendo il pluralismo e l’art. 21 della Costituzione.