Consiglieri regionali Gianni Leggieri e Gianni Perrino (M5s): “Impugnata dal Governo la legge n. 38 del 22 novembre 2018: violato il principio costituzionale del concorso pubblico. Anche stavolta ci avevamo visto giusto”. Di seguito la nota integrale.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha deliberato di impugnare la legge della Regione Basilicata n. 38 del 22/11/2018, recante “Seconda variazione al bilancio di previsione pluriennale 2018/2020 e disposizioni in materia di scadenza di termini legislativi e nei vari settori di intervento della Regione Basilicata”, in quanto una norma in materia di assunzione di personale confligge con gli articoli 97, 3 e 51 della Costituzione.
Come avevamo denunciato qualche settimana fa, tra le tante scorribande e oscure operazioni in corso alla Regione Basilicata, c’era proprio la questione delle assunzioni di personale negli uffici regionali che, da quanto dichiarato da alcune sigle sindacali avrebbe riguardato soggetti che non avrebbero partecipato ad alcun concorso.
In particolare, avevamo segnalato quello che prevedeva l’articolo 24 della legge regionale numero 38 pubblicata sul Bur il 22 novembre 2018. Nell’articolo, veniva sommariamente decretato, che per ragioni di “razionalizzazione”, era possibile l’assunzione a tempo indeterminato presso gli uffici della Regione Basilicata, con semplice domanda, di coloro che provengono da alcune società partecipate e che sono poi transitati negli uffici regionali da almeno 5 anni. Si sarebbe trattato di personale amministrativo (i sindacati riferiscono si tratti di “collaboratori” dei politici) che ha lavorato per il consiglio regionale.
Quante angherie dovremo subire ancora dalla giunta Pittella-Franconi-Pd , e denunciare fino alle sospirate elezioni regionali? È l’interrogativo che assale i cittadini onesti, quelli che non hanno chiesto e non chiederebbero nulla a nessuno, che accompagnano i figli a scuola nella speranza che lo studio e le competenze possano garantire loro un futuro, secondo un sano e trasparente processo selettivo.
Purtroppo ci avevamo visto giusto anche questa volta. Rinnoviamo l’invito alla Franconi affiché sia celere nel fissare la data del voto, la pazienza dei lucani è finita da tempo.