Consiglieri regionali Gianni Perrino e Gianni Leggeri del Movimento 5 Stelle: “Legge elettorale regionale e soliti teatrini del PD”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Da qualche settimana è partita la discussione sulla legge elettorale regionale per l’ormai imminente tornata elettorale. Il testo base sul quale si è fino ad ora incentrata la discussione è quello proposto dal presidente della prima commissione, Piero Lacorazza. Ovviamente non potevano mancare i teatrini a cui ci ha abituati il PD lucano: ieri, l’altro PD ha presentato un nuovo testo in contrapposizione a quello di Lacorazza, scatenando la solita diatriba interna al solo fine di spostare gli equilibri nel dilaniato partito di maggioranza.
Sostanzialmente la proposta di Lacorazza prevede l’abolizione del listino, l’introduzione delle quote di genere, la possibilità del voto disgiunto e la sospensione temporanea e reversibile dalla carica di consigliere nel caso di nomina ad assessore di un eletto, prevedendo la copertura del posto resosi vacante da parte del primo dei non eletti della medesima lista. Per quanto riguarda la ripartizione dei seggi, si prevede che – a parte il Presidente – 16 vengano attribuiti col metodo proporzionale mentre i restanti 4 con il premio di maggioranza. Su quest’ultimo aspetto si sta valutando la possibilità di collegare il numero di seggi da attribuire con il premio di maggioranza all’entità del risultato ottenuto dalla lista che abbia conseguito il maggior numero di voti: l’ISSIRFA, interpellato dal proponente del testo normativo, ha suggerito di prevedere una serie di scaglioni per la definizione del premio, per mitigare l’effetto distorsivo dell’attribuzione del premio sulla composizione dell’assemblea.
L’altro PD, in una proposta meno articolata, non prevede il voto disgiunto e contempla l’inserimento del premio di maggioranza per la coalizione che supera il 35%, ottenendo automaticamente 12 seggi su 20.
Come M5S abbiamo partecipato alla discussione proponendo i nostri emendamenti alla proposta di Lacorazza. Si tratta di 22 emendamenti che cercano di apportare alcuni correttivi.
Nello specifico abbiamo integrato le cause di ineleggibilità (p.e. sindaci e assessori nei comuni capoluogo di provincia e dei comuni con più di 15.000 residenti o personalità che hanno ricoperto ruoli apicali in organismi ed enti collegati alla Regione. Siamo andati ad agire sulle soglie di sbarramento in maniera tale da evitare l’eccessiva frammentazione partitica e il proliferare di liste civetta: 3% nel nel caso della coalizione (coalizione che deve raggiungere almeno il 10%) e 5% per quelle che corrono da sole. Altri emendamenti da noi proposti vanno ad incidere sulle procedure di ammissione delle candidature e sulla composizione degli organismi che sovrintendono al corretto svolgimento delle operazioni elettorali. Inoltre abbiamo previsto che chi ha ricoperto due mandati consecutivi non possa essere immediatamente rieleggibile per un terzo mandato alla carica di Presidente della Giunta Regionale, a meno che uno dei due mandati sia durato meno della metà della durata massima prevista.
In attesa di conoscere l’esito delle guerre fratricide all’interno del PD stiamo lavorando ad altri emendamenti.
Lunedì è stata convocata una nuova seduta della I CCP nella quale si dovrebbe arrivare ad una sintesi delle 2 proposte. L’impressione è che il PD, forte della sua maggioranza in Consiglio, imposti la legge elettorale al solo scopo di garantire la sopravvivenza di questa o quella componente; e la guerra infantile tra le fazioni interne ne è la prova schiacciante.